
E questa sarebbe una delle ragioni della non penetrazione elettorale della Lista Pannella Bonino. Certo dalle parti dì via di Torre Argentina quando si sente il termine "portavoce" c’è chi mette mano alla fondina, vuota, della rivoltella, trattandosi di non violenti. Ma Segneri assicura che non sta facendo sarcasmo.
Tu dici di volerti proporre come segretario alternativo di Radicali Italiani. Con quali premesse?
Non ho detto questo…sono a disposizione del nostro movimento politico come semplice militante che ormai, dallo scorso novembre, ha rinunciato a qualsiasi carica o coccarda per poter meglio offrire il proprio apporto di idee, dì analisi politica e finanche di costruttiva alterità. Credo che a Radicali Italiani manchi un portavoce, qualcuno che possa spiegare, in questo paese illiberale e non-democratico, la storia e l’azione politica dei Radicali, cioè la storia futura di quell’alterità che la telecrazia e il potere partitocratico sistematicamente riescono a distorcere, oscurare, silenziare. Con la premessa che non ci sono ricette, solo proposte.
In cosa sarebbe differente la tua visione politica da quella di Staderini e Cappato?
Cappato e Staderini, legittimamente, guardano all’importante esperienza di Daniel Cohn-Bendit in Francia. Personalmente, ritengo che la strada da percorrere sia, invece, quella di un soggetto politico autonomo e aperto, fortemente liberale e libertario, posto al centro della scena politica. Un po’ come i liberali tedeschi di Guido Westerwelle. Anche il colore giallo ricorda la scelta cromatica liberale. E’ un passo da cui poter ripartire per realizzare il progetto politico della Rosa nel Pugno, cioè l’idea di un grande partito democratico e riformatore che in Italia ancora non c’è.
Pannella che ne pensa?
Beh... anche Pannella è a disposizione del movimento. Questa si chiama umiltà. E Marco è una persona umile e generosa. Non modesta. Giustamente. A volte, però, mi sembra che tutti noi non si sia in grado di cogliere subito le urgenze che Pannella segnala. E ogni ritardo, sotto la cappa di piombo di questo potere partitocratico, finisce con l’essere micidiale.
Cosa c’è che non va nella politica radicale? Che le impedisce di usciredal ghetto?
La domanda corretta è: cosa non va nel nostro Paese visto che esistono ancora dei ghetti? La "stella gialla" delle scorse elezioni europee non è stata messa per difendere i Radicali e neanche per vittimismo, sarebbe stato stolto e inutile. Abbiamo indossato la stella gialla per difendere l’alterità, gli ultimi, i ghettizzati, gli emarginati, gli esclusi. Abbiamo voluto illuminare gli angoli bui del regime. E’ stata una scelta pasoliniana.
Non è giusta l’analisi della "peste italiana" e dei problemi con le televisioni giudicate praticamente cinghie di trasmissione dei sistema imperante?
L’analisi del "libro giallo" e della "Peste italiana", purtroppo, è corretta. Lo si è visto anche in queste ultime elezioni regionali: basti guardare i risultati del Lazio e del Piemonte. Hanno vinto due candidati sorretti e, forse, addirittura creati dall’esposizione mediatici e televisiva. La Lista Bonino-Pannella ha pagato e subito un quasi totale oscuramento.
Cosa non ha funzionato nel Lazio che per un pugno di voti ha costretto Emma Bonino alla resa?
Emma è stata bravissima. Ha lottato e corso con grande autorevolezza e forza. Chi avrebbe scommesso, due mesi fa, in un tale recupero? E’ arrivata ad un soffio dal traguardo. Contro di lei sono scesi in campo direttamente il Presidente del Consiglio e la Conferenza episcopale italiana. Anche i candidati della Lista Bonino-Pannella sono stati all’altezza del difficile compito, davvero bravi! Quello che è mancato è il consenso alla Lista. Le ragioni sono tante, ne accenno soltanto due: non c’è stato l’effetto traino della candidata presidente e serviva un portavoce per i Radicali. Il segretario non può fare tutto.
Non ci sarà bisogno anche di un ricambio della classe dirigente radicale?
Il congresso dei Radicali ha eletto Staderini come in un conclave. Ci vorrebbe un meccanismo diverso, con un contraddittorio, due candidati, due storie, due proposte e poi una scelta. Emma non può fare miracoli, anche se è quasi riuscita a farne. Pannella è un liberale vero, quindi è pericoloso per la partitocrazia imperante, visto che anche il Pd preferisce imbavagliarlo. Però il partito in prospettiva deve trovare dei successori all’altezza di simili figure carismatiche. Ciò detto, lunga vita sia a Marco Pannella sia a Emma Bonino.
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