
"La nostra è una posizione giuridica e politica. La nostra è un'associazione che riunisce giuristi orientati a sinistra. In questa fase, il compito della Corte costituzionale è quello di definire se il referendum elettorale è ammissibile.
La Corte costituzionale si è spesso interrogata sull'esito del voto referendario sulla legge elettorale, verificando che l'esito del voto sul quesito potesse produrre un blocco democratico: l'assenza di una legge elettorale e dunque l'impossibilità di svolgere le elezioni politiche. Il problema è che se il Presidente della Repubblica indice le elezioni dopo il voto referendario che abroga la legge elettorale gli italiani non hanno una legge elettorale con la quale andare al voto. Per cercare di superare questo problema i promotori hanno detto che l'abrogazione di questa legge elettorale avrebbe riportato in vita la precedente legge elettorale: il mattarellum, approvato nel 1993".
"Noi siamo preoccupati perché questo sarebbe un passo indietro del diritto. In passato i radicali avevano presentato un referendum contro l'ergastolo, ma sa si fosse ragionato negli stessi termini del Comitato promotore dei referendum si sarebbe tornati al ripristino della pena di morte. E' uno sbaglio. Se si dovesse ragionare in questi termini con un nuovo referendum abrogativo si potrebbe ritornare alla legge elettorale proporzionale e con un altro si tornerebbe addirittura alla legge truffa del 1953 e, poi, a quella del regime fascista della lista Unica bloccata. Sarebbe un errore giuridico imperdonabile. Quando viene attaccato un testo di legge e si propone l'abrogazione di questo non è detto che la legge precedente piaccia ai promotori".
"Noi sosteniamo che la vittoria dell'abrogazione del Porcellum non provocherà un blocco democratico, ma un'abrogazione la cui efficacia sarà provvisoriamente sospesa".
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