
12/11/10
Left Avvenimenti settimanale dell'Altritalia
Segretario Staderini, nei giorni scorsi un nuovo crollo a Pompei. Ma c’è ne è stato uno anche nel Colosseo. Per non parlare poi del cedimento dei soffitto della Domus Aurea a Roma. Con tutta evidenza il sistema della tutela In Italia non sta funzionando ma nessuno nel governo ammette responsabilità. Oltreché nei tagli ai finanziamenti, dove cercare le cause di questo drammatico stato di cose?
Innanzitutto nella gestione commissariale dei beni culturali, governata dalla logica dell’emergenza e degli affari. Agire con ordinanze che operano in deroga alle leggi ordinarie, svincolati da controlli e responsabilità, è un modello autoritario e criminogeno che riguarda sempre più aspetti della vita pubblica, dalla gestione dei rifiuti alla mobilità cittadina, dall’Inps sino ai grandi eventi. È lo stesso modello usato a L’Aquila nella gestione del post terremoto del 2009, con gli effetti che abbiamo visto. Il governo Berlusconi ne ha fatto un sistema, basta dire che dal 2008 a oggi ha adottato 154 provvedimenti d’emergenza, uno ogni cinque giorni.
Lei ha segnalato anche che un deficit di manutenzione e di attenzione si registra soprattutto per quanto riguarda il patrimonio d’arte pre cristiano. Nell’Italia dell’8 per mille che va alla Chiesa anche se il cittadino firma per darlo allo Stato e delle esenzioni dall’Ici per i beni immobili ecclesiastici, è un caso?
Da anni oramai, governo ed enti locali riservano prevalentemente all’arte sacra e ai beni ecclesiastici i fondi pubblici dedicati ai restauri e alla conservazione di monumenti. E non parlo solo di restauro di affreschi o di chiese di pregio artistico ma anche, per fare un esempio, di lavori dì manutenzione di palazzi di Propaganda fide che non versano in stato di emergenza. Non dimentichiamo che la Arcus (la società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, spa creata per decreto ministeriale nel 2004, ndr) ha versato quattro o cinque milioni di euro a Propaganda fide proprio per questo, e altri milioni di euro sono stati dati all’Università Gregoriana. In questo quadro, dunque, non appare un caso che nel nostro Paese gli ultimi tre ministri dei beni culturali e ambientali siano politici molto vicini al Vaticano, dall’attuale ministro Sandro Bondi a Francesco Rutelli, a Giuliano Urbani, a Rocco Buttiglione. Il quale, non dimentichiamo, fu nominato ministro dopo che Bruxelles aveva rifiutato la sua candidatura a commissario europeo per la Giustizia, la libertà e la sicurezza.
Concretamente da dove si evince la maggiore attenzione da parte dl Istituzioni pubbliche italiane per la tutela dell’arte sacra la cui tutela spetterebbe in primis agli enti ecclesiastici? Dalle spese ordinarie. E lo si evince, come dicevamo, dai finanziamenti per decine di milioni di euro che Arcus eroga ai vari enti ecclesiastici. Anche la quota statale dei fondi ricavati dall’otto per mille e destinata alla conservazione dei beni culturali viene in gran parte, ben oltre il 50 per cento, destinata a beni ecclesiastici quando a essi dovrebbe provvedere la Conferenza episcopale italiana con il miliardo di euro che ogni anno incassa. Per contrasto registriamo, invece, la deriva per inadeguata tutela e manutenzione a cui sta andando incontro una parte importante del nostro patrimonio d’arte pre cristiana. Pensiamo, appunto, ai crolli a Pompei, nella Domus Aurea a Roma e delle Mura Aureliane, rischio che corrono da tempo il Palatino, Villa Adriana e tanti siti dell’epoca romana ed etrusca presenti in Italia. Che con tutta evidenza non hanno goduto di altrettanta attenzione da parte dello Stato: è emblematico che per il restauro del Colosseo, uno dei siti italiani più rappresentativi e visitati, si deve andare a elemosinare soldi da sponsor privati.
L’arte sacra, si sa, nella storia è stata anche un grande strumento di propaganda per la Chiesa. Fin dal Medioevo papi, vescovi e predicatori parlavano della pittura sacra come "bibbia dei poveri". Il che, per fortuna, ha fatto sì che fosse conservata e tramandata...
È una finalità che ritroviamo anche oggi nei progetti delle gerarchie ecclesiastiche. Basta dire che il cosiddetto "progetto culturale" che il cardinale Camillo Ruini varò nel 1994 per la "reconquista" dell’Europa è ancora in piedi e vede Ruini ancora saldamente alla guida. Nell’ambito di questo progetto culturale, per esempio, sono nati anche i circoli di Scienza e vita che hanno giocato un ruolo di primo piano nel sostenere i dogmi della Chiesa contro le ragioni del referendum sulla legge 40 riguardo alla fecondazione assistita. Così come nell’ambito progettuale di Ruini sono cresciute precise scelte strategiche del Vaticano per favorire il turismo religioso a danno di altri tipi di turismo. E che hanno portato lo Stato Italiano a finanziare a ogni livello operazioni di restauro di parrocchie e monumenti ecclesiastici, grandi e piccoli.
Detto questo, la domanda inevitabile e cruciale è: come se ne esce?
In primis ricominciando a restituire competenze a quelle istituzioni a cui sono state sottratte. In ambito archeologico e di tutela del paesaggio bisogna ridare centralità alle soprintendenze, in queste anni depauperate di fondi e competenze. Devono poter tornare a esercitare un lavoro importante di controllo. Non è un caso che dal 1995 a oggi in Italia si sia edificato senza criterio riversando nel paesaggio quattro milioni di metri cubi di cemento. L’incuria e l’abuso del territorio hanno una radice precisa. Gli enti pubblici preposti devono tornare a esercitare compitamente un potere di interdizione.
Mentre parliamo, nel Partito democratico si fa strada l’idea di una mozione di sfiducia verso il ministro Sandro Bondi. Cosa ne pensa?
Penso che il ministro Bondi avrebbe dovuto dimettersi già da tempo. Non solo per inadempienze ma per complicità con situazioni gravi come quella che in queste ore si sta registrando, per esempio, nell’area della basilica di San Paolo a Roma, dove si stanno costruendo palazzi di quattro piani e 25mila metri cubi di cemento, proprio attaccati a questa antica basilica che è patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Senza contare che sotto le fondamenta di questi palazzi resteranno sepolti per sempre importanti resti archeologici di un cimitero romano conosciuto da tempo. Su tutti questo il ministro Bondi non dice nulla. E non è che un esempio.
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