Articolo di Beatrice Borromeo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, il 12/10/12
Non è un caso, sostiene il segretario nazionale dei Radicali Italiani Mario Staderini, se "nessuno dei nostri è mai stato indagato per faccende di mala politica. Noi Radicali-non siamo geneticamente migliori rispetto agli altri, ma a differenza degli altri ci siamo imposti gli anticorpi". La proposta non è nuova (nasce nel 2007) ma è più che mai attuale. Si chiama Ape ("Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati") e contiene alcuni antidoti anti-Casta tanto semplici quanto alla portata di tutti i partiti. Lo strumento è la trasparenza e l'obiettivo è rendere concretamente difficile, per chi ha l'indole del ladrone, diventare Batman.
Tutto online. Per legge
"Una volta eletto - diceva su queste pagine lo storico Piero Bevilacqua - il politico non può sparire, sfuggendo al controllo della gente per cinque o sei anni". L'idea è far approvare una legge che obblighi tutti gli eletti (e i nominati) a mettere online una serie di informazioni, a partire da quelle patrimoniali: immobili, titoli, risparmi. "Immaginate se questa norma fosse stata in vigore ai tempi di Scajola", dice Staderini: "Avremmo saputo subito della famosa casa con vista sul Colosseo, comprata 'a sua insaputa'. Anzi, probabilmente non l'avrebbe neanche presa, per evitare di essere smascherato". Pubblicare le azioni che l'eletto detiene in una società, poi, esporrebbe all'istante gli eventuali conflitti d'interesse. "Se il parlamentare vota una legge a sostegno di una società di cui è azionista, deve farlo con la consapevolezza che la gente lo scoprirà in tempo reale", spiegano i Radicali.
Stipendi&rimborsi
E poi, è sottointeso, stipendi, rimborsi spese e rendicontazione delle spese gestionali del partito devono essere a portata di C'è già chi (oltre ai Radicali anche il Movimento 5 Stelle, sezione Piemontese) ha in bella vista il link "trasparenza": basta un click per rintracciare ogni finanziamento, busta paga o caffè rimborsato al consigliere di turno.
Il punto di convergenza tra tutti i sostenitori di una legge per la trasparenza è che non bisogna aspettare che ci sia, per sfruttarla. Nel senso che, alle urne, si può premiare chi segue queste regole già in campagna elettorale. E chi, come suggeriscono i Radicali, dimostra buona volontà rendendo a disposizione di tutti la propria dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari relativi all'anno precedente l'elezione, a quelli in cui ricopre l'incarico e agli anni successivi; oltre a finanziamenti, doni o altri benefici che riceve.
Staderini, da garantista, non è invece d'accordo sulla più popolare delle battaglie di Beppe Grillo: quella contro i condannati in Parlamento. "Anche perché - spiega il segretario dei Radicali - molti dei miei compagni sono stati in galera per spaccio di droga. Anche se l'unica loro colpa è stata distribuire gratuitamente hashish per chiederne la depenalizzazione .
Il compromesso c'è: di fianco alla fedina penale si può prevedere una finestra dove il condannato, a sua discrezione, può dare spiegazioni. Tanto, in Rete, problemi di spazio non ce ne sono.
Siete nostri dipendenti.
La legge per la trasparenza non sarebbe solo un filtro per scartare gli impresentabili, ma pure un modo per premiare i virtuosi. Il progetto dei Radicali prevede anche di postare online tutte le attività dei politici (che siano deputati o consiglieri comunali o provinciali): dalle presenze in aula alle proposte di legge fino alla divulgazione di ogni voto, intervento o presa di posizione. E alla fine, come riassume Bevilacqua, "stiliamo le pagelle". -Un meccanismo, questo, che avrebbe costi molto bassi. Anche perché migliaia di supervisori controllerebbero i loro dirigenti senza sosta e senza retribuzione: "E così - dice Staderini - riavvicineremmo anche i cittadini alla politica".
© 2012 Il Fatto Quotidiano. Tutti i diritti riservati