
Direttore generale Mauro Masi, la Rai resta senza talk show. Le proteste non si contano...
«Qualcuno spieghi alla Rai perché dovrebbe disapplicare un regolamento emanato dal suo "editore", la commissione di Vigilanza. Persino il Tar ha ritenuto di non dover intervenire. Per cambiare rotta, ci vorrebbe un altro indirizzo della Vigilanza...».
Ma il regolamento Beltrandi non parla di chiusura...
«Sì, ma applicare le regole delle tribune politiche ai talk-show dal vivo sarebbe stato impossibile. Così come sarebbe stato impossibile mandarli in onda senza argomenti in alcun modo politici e/o elettorali. Un noto conduttore mi ha scritto: se lavoriamo senza politica, dovrete dirmi voi quali sono i temi ...» .
Era Bruno Vespa? Michele Santoro? Giovanni Floris?
«Niente nomi. Non violo la privacy aziendale».
Comunque il Tar ha ritenuto illegittimo quel regolamento, l'Agcom e il presidente Zavoli vi hanno invitato a rivedere la vostra decisione, E sarebbe stato impensabile che l'Agcom vi sanzionasse per uno strumento che lei stessa ha ritirato. Non bastava tutto ciò?
«Il parere di Zavoli, pur autorevole era personale: la Vigilanza si esprime e vota come commissione. L'Agcom ha emanato un regolamento per le tv private. E qui non è questione di multe. Ma di indicazioni della Vigilanza e di rispetto delle norme».
Dunque ha ragione Garimberti quando dice alla Vigilanza che avrebbe dovuto «battere un colpo»...
«Il presidente Garimberti sa cosa dice...».
Ma la Rai senza talk show avrà un bel danno economico e anche in termini di ascolti...
«La Sipra mi ha scritto il 3 marzo assicurandomi che non ci saranno danni perché sono
stati raggiunti accordi con gli inserzionisti per spostare gli spot. Quindi il danno economico, parola della Sipra, sarà zero. Gli ascolti? La Rai resta leader e continua a battere la concorrenza».
Caso Minzolini. Il direttore del Tg1 è indagato a Trani.
«Voglio premettere che considero Minzolini un ottimo professionista come Mario Orfeo e Bianca Berlinguer, direttori nominati dal Cda Rai su mia indicazione che stanno portando un vento di rinnovamento e gli ascolti li premiano. In particolare Minzolini sta cercando di innovare lo stile del Tg1 e come accade agli innovatori viene a volte criticato in maniera preconcetta. Detto questo, nella vicenda Trani ci regoleremo secondo la governance aziendale. E informerò puntualmente il Cda su ogni minima novità al riguardo».
Vuol dire che è stata aperta un'indagine, un «audit»?
«Non sono in grado di dire di più».
Stando alle intercettazioni, secondo lei il tipo di rapporto Minzolini-Berlusconi è da servizio pubblico?
«Non esprimo pareri su una vicenda dai contorni ancora indefiniti. Per ora conosciamo solo articoli di giornali».
Ma perché lei ha scritto al presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, chiedendo un parere preventivo sul contratto di Marco Travaglio e in sostanza su «Annozero»? Cercava uno strumento per una censura preventiva?
«Ringrazio per la domanda. Ma di che censura parliamo? A settembre ho chiesto all'Agcom
se la diffida della stessa Agcom del 21 gennaio 2009 (prima che io entrassi in Rai) fosse ancora valida. Il segretario generale Roberto Viola mi ha risposo di sì, ricordando che "darebbe luogo
a una violazione della diffida qualsiasi comportamento inosservante della Rai in qualsiasi trasmissione che violasse le regole" e che la multa poteva arrivare fino al 3% del fatturato. Ho inviato la risposta a tutte le strutture giornalistiche, non solo a Santoro. Ma poi il contratto di Travaglio è partito. Santoro è andato in onda regolarmente. Io individuo con severità le regole. Poi non intervengo sul merito».
Ha avuto pressioni da Berlusconi perché chiudesse «Annozero» e mandasse a casa Michele Santoro?
«Mai avute pressioni da alcuno e di alcun tipo».
Ma lei ha parlato con Innocenzi delle pressioni che Berlusconi avrebbe fatto su di lui. Lei, Masi, avrebbe detto che «nemmeno nello Zimbabwe» la politica cerca di chiudere una trasmissione prima che vada in onda.
«Al telefono si fanno tante battute. E io ho rapporti, a causa del mio incarico, con diverse autorità. Ciò che conta veramente, e di questo rispondo, sono gli atti aziendali e i risultati. Tutte le trasmissioni sono andate in onda. E sfido chiunque a dimostrare l'esistenza di qualsiasi mia
pressione sui contenuti».
Mai pressioni nemmeno su «Parla con me» che piace così poco al consigliere Alessio Gorla?
«Niente pressioni né sulla Dandini né, per fare altri esempi di trasmissioni "difficili", su
"Report". Basta che si rispettino le regole aziendali».
Però dica adesso la verità: Santoro le piace?
«È senz'altro un grande professionista della tv. Ma anche lui, come tutti, noi è un dipendente dell'azienda Rai».
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