
Giuseppe Rossodivita, consigliere uscente del partito radicale alla regione Lazio. Chissà che fila ha dovuto fare per restituire i 360 mila alla tesoreria regionale.
«Non me ne parli: ho dovuto prendere il numeretto».
Voi radicali avete fatto il bel gesto. E va bene. ma quanto avevate ricevuto?
La cifra variava negli anni. Ieri io mi sono presentato con un saldo di 402 mila euro e ne ho resi 360 mila. Il resto ce lo siamo tenuto per pagare i collaboratori in questo scorcio di tempo, per pagare i contributi previdenziali e cose del genere. Ci servono almeno 30-32 mila euro ancora».
I soldi resi che fine faranno? Ostriche, suv, feste in maschera?
«Voglio sperare che vengano spesi per il fine per cui sono stati raccolti: servizi ai cittadini».
Sì, buonanotte!
«Me lo lasci almeno sperare. Una cosa però mi consola e cioè che ai gruppi, essendo sciolti, non potranno andare più».
Gli altri gruppi, secondo lei, correranno a fare lo stesso?
«Noi abbiamo fatto un appello a tutti affinché facciano come noi. Ma fino a cinque minuti fa ho controllato le agenzie e non ho trovato traccia di risposta».
Ma dai! Si aspettava il beau geste forse?
«Si, sono così sprovveduto, anzi scriva “così pirla” che mi aspettavo un ultimo, ritardatario, magari sorprendente atto di dignità».
Ma da chi? Ha capito con chi ha avuto a che fare, consigliere?
«Che le devo dire: la segreteria generale ha mandato una lettera a tutti ricordando che i gruppi cessano con la fine della legislatura. Quindi si sollecitava a restituire, ma insomma ...».
Insomma che?
«Li ha visti i faccioni di tutti i leader che stanno a predicare onestà, trasparenza, rigore da tutti i manifesti affissi in giro?» Uno straccio di dignità e di coerenza, vuole dire?
«Almeno quella ci vorrebbe, o no? Dato che buona parte di quei manifesti sono pure abusivi. Ma vabbè...» Mi dica una spesa futile che ha fatto: ostriche, dolci, biancheria intima?
«Mi ci faccia pensare. veramente credo nessuna ... aspetti, forse un libro, una volta».
Ora prenderà il vitalizio?
«Sì, forse, se tiro fuori 50 mila euro di integrazione. Ma chi ce l’ha?»
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