
17/01/11
Affari&Finanza (la Repubblica)
La cura per il pianeta è una radicale trasformazione del settore elettrico nel prossimo quarto di secolo. È il messaggio che lancia Fatih Birol, capo economista dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, di fronte all’impegno di riduzione del 20% della CO2 al 2020 sottoscritto a Copenhagen. «Abbiamo elaborato tre scenari: Current Policies non prevede cambiamenti rispetto alle attuali politiche energetiche. New Policies prevede invece la graduale attuazione degli impegni annunciati per ridurre i gas serra. E lo Scenario 450, per i climatologi imprescindibile, che manterrà la concentrazione atmosferica di CO2 sotto le 450 parti per milione, condizione per calmierare l’aumento della temperatura. Indispensabile è la decarbonizzazione del settore elettrico che produce il 40% delle emissioni di anidride carbonica». Qual è la ricetta? «Efficienza, rinnovabili, nucleare. Dopo il 2020 carbone pulito. Sul gas, anche se è il meno inquinante tra i fossili, non punterei perché rischia di drenare risorse da altri progetti di energie pulite com’è accaduto negli Usa. Il vantaggio del gas non è destinato a durare per le fluttuazioni di prezzo e l’introduzione di una tassa sulla CO2. È come sottoscrivere un mutuo a tasso variabile».
Nello Scenario 450, secondo lei il migliore, il nucleare diventa la prima fonte al mondo per la generazione elettrica. Perché tanta certezza?
«Il nucleare non riceve sussidi finanziari perché in linea di massima è già competitivo. Dipende dalle regioni e dai livelli di prezzo delle altre fonti per la generazione elettrica. Nella maggioranza dei casi la competitività del nucleare aumenta negli anni. Da sempre tutte le fonti energetiche hanno in determinati periodi ricevuto incentivi: le rinnovabili, alle quali comunque è sensato rivolgersi, ne avranno bisogno per 100 miliardi l’anno per i prossimi 25 anni. Se i programmi di decarbonizazione del settore elettrico fossero più stringenti, e i segnali di prezzo conseguenti a queste decisioni, il nucleare registrerebbe un aumento di capacità in Europa. Nello Scenario 450 la quota del nucleare nel mix di generazione complessiva dell’Ue aumenta fino al 33% del totale al 2035».
La Cina, già in pole position nell’eolico e solare, potrebbe essere all’avanguardia anche nel nucleare?
«La Cina ha come obiettivo raggiungere una capacità installata nel 2020 di circa 70 GW, superiore a quella odierna di una nazione tradizionalmente nucleare come la Francia. La tumultuosa crescita economica comporterà un’altrettanto forte domanda di energia che la Cina intende soddisfare con il massiccio ricorso a tecnologie low-carbon. Oltre al nucleare, installerà 330 GW di eolico e 100GW di solare. Sono previste 8.5 milioni di macchine elettriche al 2035. La Cina ricoprirà un ruolo chiave nello sviluppo di tecnologie energetiche pulite con potenziale beneficio anche per gli altri paesi».
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