
15/01/13
Italia Oggi
«L'ho detto anche a In Onda l'altra sera. Tutti promettono di non far pagare l'Imu: più che una campagna elettorale da premier sembra una da Papa». Il comico Dario Vergassola, già mattatore delle interviste satiriche di Zelig e Parla con me, ironizza con Italia Oggi sulla commedia della politica italiana. Bipartisan nel target, ha un debole per il centrodestra. «La Russa e Gasparri si separano. Potranno vedere Berlusconi a weekend alterni». Oppure: «La Russa è uscito dal Pdl: Alfano aveva chiamato l'esorcista». In queste settimane è in giro per l'Italia con Panta Rai, lo spettacolo teatrale ispirato all'omonimo volume scritto per Feltrinelli. «Dove ci chiamano andiamo», dice. «Un po' come i politici».
Berlusconi si ricandida.
Avevano ragione i Maya.
Uno dei tormentoni del Cavaliere, nelle rare apparizioni tv di questi giorni, è la congiura internazionale ai suoi danni. «Che c'importa dello spread»?
Dice così di qualsiasi cosa che non abbia le tette.
Lunedì, poi, è ricominciato il processo Ruby. Berlusconi ha sempre sostenuto: «Mai scene di natura sessuale a casa mia».
Si è messo a copiare le frasi di mia moglie.
Scherzi a parte, che ne pensa della performance del Cavaliere da Santoro?
Fantastica. Ha una capacità diabolica di fare spettacolo. Certo, dal punto di vista politico invitarlo è stato un errore, perché come dico sempre Berlusconi mente sapendo di smentire. Ti tramortisce con la retorica politica, è impermeabile a qualsiasi osservazione, sembra zio Michele di Avetrana. Chiaro che quando Santoro lo invita lui ha già vinto. D'altronde, avercene in tv di personaggi come lui. Molto meglio andare a cena col Cavaliere, per dire, che con Prodi: ti diverti un sacco.
La lettera a Travaglio è stata un gran coup de théâtre. Però il tono era sbagliato.
Molto. Avrebbe dovuto giocare sui diritti d'autore che gli spettano in qualità di core business di Travaglio, come si è definito. Dirgli, «Venga alla Mondadori, la pubblico io». Fare il vecchio guaglione, l'imprenditore cazzaro ma simpatico che dice, «Accusatemi di quello che volete, ma fatemi guadagnare, che devo mantenere mia moglie e 20 ancelle». Altro che due punti avrebbe preso nei sondaggi.
A Veronica deve pagare tre milioni al mese.
I suoi commercialisti gliel'hanno spiegata così: «Ti costa quanto 1.200 Marysthell».
Per fortuna non c'è solo Berlusconi. Stefania Craxi ha candidato Moggi.
Non poteva farsi scappare uno che rubava le partite.
E Monti? Su Twitter la sua Scelta Civica è stata ribattezzata «scelta cinica».
È salito al Colle arrampicandosi sullo spread. Poi ha detto: «Devo riflettere sul mio futuro». Gli operai dell'Alcoa hanno risposto: «Beato te che ce ne hai uno». Poi prima di Natale ha fatto visita a Pannella. Ha detto che le sue condizioni erano serie, ma non quanto quelle della Grecia.
Per l'immagine dell'Italia, però, è stato lenitivo. Almeno lui non fa battute sul didietro della Merkel.
In compenso ha preso la bacchetta magica, cancellato l'età pensionabile e creato un sacco di esodati. C'è poco da ridere su Monti: ci ha presi tutti in giro. Doveva dimezzare i parlamentari e non l'ha fatto, mettere l'Imu alla Chiesa e quando mai. Abbiamo sbagliato noi a crederlo puro: per arrivare a quei livelli altro che pelo sullo stomaco. Ma se tornare a essere un Paese normale vuol dire dare mazzate ai ceti bassi, allora preferivo l'anormale. E guardi che io sono stato ceto strabassissimo: mia mamma lavava le scale. Ma si sa, la fame non è solo quella dei poveri. Lo ha detto pure l'Onu dopo aver scoperto tutto quello che Fiorito si è mangiato. Il fatto è che dopo Berlusconi sarebbe andato bene tutto, anche il mago Zurlì. Il Pd avrebbe dovuto andare al voto e governare, ma non ha voluto sporcarsi le mani.
Certo che nell'ultimo mese Monti ha fatto le capriole. Gratta gratta, sotto il loden c'è il politico.
È il maniaco con l'impermeabile. Come se uno spirito si fosse impossessato di lui.
Toccherà chiamare l'esorcista anche per lui?
Il problema è che a sua volta Monti si è impossessato di tutti i nostri beni. Io guardo con favore a Nichi Vendola, bravissimo a scegliere persone eccezionali come la Boldrini, dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Purtroppo, rischia di fare la stessa fine di Fausto Bertinotti. Bersani è una persona perbene, pure buffo. L'ho intervistato al bar: ci giocherei a boccette. Ma una volta al governo il Pd dovrà fare scelte impopolari, prendersi brighe che a confronto quelle di Monti sono niente. Vendola dovrà puntare i piedi e se lo mangeranno vivo. Non ha alternative: o si fa arrostire dal Pd oppure sarà costretto all'ultimatum, «Fate una cosa di sinistra o me ne vado». Quando l'ha fatto Bertinotti, gli alleati l'hanno fatto secco. Ma se non lo fai, ti fa secco la base. Il problema è che gli operai saranno sempre in sofferenza. Noi andiamo a votare come fossimo in cerca del Messia, ma in realtà non cambia niente. D'altronde a non votare mi si stringe lo stomaco, e senza neppure tirare in ballo i morti della Resistenza.
E Renzi, in tutto questo?
Per andare in giro per l'Italia ha scelto il camper. Gli rimaneva scomodo tornare a dormire ad Arcore ogni sera.
E Grillo invece?
Alle primarie online il Movimento 5 Stelle ha scelto tra 1.400 candidati sconosciuti. Un po' come un'elezione vera.
Insomma, anche senza Berlusconi, la satira è viva e lotta insieme a noi.
Certo. Basta leggere i giornali di questo Paese da fumetto. Come quella volta che avevano rubato in casa di Veltroni. «La figlia dormiva», c'era scritto. E io ho aggiunto: tutta suo padre. E ancora: «Lusi ottiene i domiciliari in convento». Occhio alle cassette delle offerte. Oppure quando Bersani osservava timidamente che dai sondaggi il Pd sembrava essere davanti al Pdl. Come a dire, dove abbiamo sbagliato?
Il solito tafazzismo della sinistra.
Non sarei così cattivo. Diciamo che una volta capito di poter vincere, gli è presa la strizza. L'unico che picchia duro è D'Alema, secondo cui candidare Monti è moralmente discutibile. Non aver fatto lui a Palazzo Chigi una legge sul conflitto d'interessi, invece, come lo chiamiamo? Ma sono stanco di fare battute. Perché non ne fa una lei?
A proposito dei simboli di partito farlocchi. Nessuno potrebbe mai confondere il logo clone della Lista Monti con quello vero: in quello falso c'è un cuore.
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