
Nella sua casa di Francoforte, a Sud del Meno, Bodo Kirchhoff sta scrivendo il suo nuovo romanzo. È concentrato su quello. Nei giorni scorsi, però, ha trovato il tempo di scrivere un articolo, uscito ieri sul settimanale Der Spiegel, nel quale racconta la sua esperienza di ragazzo
dodicenne abusato sessualmente, durante lunghe notti, nel convitto della sua scuola, sul Lago di Costanza. «Certo - dice al telefono al Corriere della Sera -. Per la mia vita quella è stata una storia molto importante, dolorosa. Ha anche avuto influsso sulla mia scrittura, anche se non ho mai trovato le parole per raccontarla».
E un nuovo caso, una nuova testimonianza nell'ormai lunga lista di denunce che nelle scorse settimane sono state fatte contro i collegi tedeschi. Racconti di violenze sessuali, di punizioni corporali, di meschinità e soprusi condotti dai tutori contro gli allievi. Un mondo buio che, mentre viene alla luce, lascia allibita la Germania. Il lato interessante della confessione-denuncia di Kirchhoff, 61 anni, uno degli scrittori di lingua tedesca più brillanti, sta nel fatto che la scuola dove nel 1960 avvennero i fatti, a Gainehofen, non era un'istituzione cattolica ma protestante. Gran parte degli abusi denunciati nei giorni scorsi ha coinvolto sacerdoti e insegnanti cattolici e questo ha acceso un faro nella loro direzione. Il caso che ha riguardato Kirchhoff allarga ora lo spettro. Le scuole cattoliche erano probabilmente all'avanguardia nelle oscure attività, ma non erano le sole: nei decenni finali del secolo scorso, pochi collegi tedeschi (e non solo tedeschi) erano probabilmente del tutto immuni da violenze e tensioni sessuali.
«Sì, credo che ci siano differenze tra la Chiesa cattolica e quella evangelica quando si parla del loro rapporto con il sesso, anche se il problema esiste in ambedue - dice Kirchhoff -. I cattolici tendono a nascondere di più, a parlarne meno. Soprattutto, hanno l'obbligo del celibato, che non vale per i protestanti, e un certo peso lo ha sicuramente. L'internato creava ambienti favorevoli a certi comportamenti».
Kirchhoff - in Italia conosciuto come l`autore di «Romanzo da quattro soldi» e di «Parlando», oltre per il fatto che nella Penisola passa parte della sua vita, a Torri del Benaco, sul Lago di Garda - ha scritto che ad abusare di lui fu il responsabile dell'istituto e Kantor, cioè direttore del coro. «No, non era sposato - dice al Corriere e non era nemmeno un pastore. Però era il mio insegnante di religione». Così lo descrive sullo Spiegel: «Un tipo sulla trentina, con i capelli lunghi (già nel 1960), gran fumatore, proprietario di una spider. Una sera mi portò in camera perché avevo il mal di testa. Mi tolse il pigiama, mi baciò con la bocca che sapeva di tabacco, -una cosa indimenticabile». Poi lo accarezzò fino a fargli raggiungere l'orgasmo. «Era un grande Kantor e un maledetto pederasta», commenta. La pratica andò avanti per un certo periodo: «Era il pastore delle mie voglie, non mi faceva mancare niente», scrive Kirchhoff. Tutto finì quando le gesta del direttore, non solo nei confronti del futuro scrittore, furono scoperte. Da allora, dice Kirchhoff, «non l'ho più visto, se n'è andato con l`assenso della Chiesa evangelica. Nel convitto non ci fu alcuno scandalo». Conclusione non molto diversa da quelle di gran parte dei casi accaduti nelle scuole cattoliche: una serie di rimozioni, fisiche per i colpevoli solo trasferiti, e di coscienza per la Chiesa. Erano falsi pedagoghi, «piccoli mostri sessuali», che hanno distrutto pezzi di personalità.
© 2010 Corriere della Sera. Tutti i diritti riservati