
Militari delle Marine del Vietnam e delle Filippine si sono incontrati per una partita di calcio e pallavolo su un’isola delle Spratly nel fine settimana. L’incontro amichevole si è concluso con una grande bevuta di birra. La trovata però non è piaciuta alla Cina, che rivendica l’arcipelago: «Una farsa maldestra», l’ha definita il ministero degli Esteri di Pechino in una nota lunghissima nella quale accusa i due Paesi di provocazione. Le Spratly e le Paracel sono al centro di una disputa internazionale che oltre a Cina, Vietnam e Filippine coinvolge anche Malaysia, Brunei e Taiwan. Il mese scorso si è combattuta una battaglia navale con cannonate ad acqua e speronamenti intorno a una grande piattaforma petrolifera ancorata dai cinesi tra le isole Paracel, 240 chilometri al largo delle coste del Vietnam.
Pechino ieri ha accusato i vietnamiti di aver compiuto 1.416 azioni di disturbo contro la piattaforma. A fine maggio un peschereccio vietnamita con una decina di marinai è affondato (tutti salvati per fortuna). La furia nazionalista ha percorso il Vietnam dove decine di migliaia di manifestanti hanno dato l’assalto a un centinaio di fabbriche cinesi dandole alle fiamme: i morti sono stati una ventina e Pechino ha dovuto organizzare un ponte aero-navale per evacuare migliaia di suoi tecnici e lavoratori. C’è un clima avvelenato nel Mar Cinese meridionale, attraversato da linee di approvvigionamento vitali anche per Sud Corea e Giappone. Metà del trafficò mercantile mondiale passa in zona; quasi un terzo del greggio e metà del gas liquido percorrono quella rotta. I fondali sono ricchi di giacimenti petroliferi e sono sfruttati per la pesca.
E la Cina, oltre alle Spratly e alle Paracel, rivendica con aggressività il 90 per cento dei 3,5 milioni di chilometri quadrati di quel mare. Mentre Hanoi accusa Pechino di usare la piattaforma petrolifera per piantare la bandiera nella zona contestata, l’intelligence di Manila denuncia che il genio cinese sta lavorando alla costruzione di un’isola artificiale tra le isole Spratly. L’avamposto potrebbe essere dotato di una base aerea e di un porto e secondo le foto della ricognizione sarà grande due volte Guam, la base militare americana nell’Oceano Indiano (che è di 44 km quadrati). Tra queste isole e questo tratto di mare che divide Vietnam e Cina naviga anche la missione italiana guidata da Matteo Renzi.
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