
scorsi. Ho 34 anni insegno religione nel liceo Keplero al centro delle cronache per l’installazione dei
distributori di preservativi (e assorbenti); sono quell’insegnante di religione che, come le cronache
hanno urlato, ha dato il suo «ok». Sono stato colpito dalla e-mail di una mia ex alunna: «Prof, ma siamo sicuri che i ragazzi abbiano capito la portata di questa iniziativa? Sapranno non banalizzarla?». Chi dei tanti "esperti" ha provato a mettersi dalla parte dei ragazzi? Delle loro domande? Delle attese? I ragazzi fanno sesso e non si pongono un problema di età o di autorizzazione socio-religiosa. E’ fondamentale invece che capiscano, che sappiano. E hanno capito, a differenza di tanti adulti, che un preservativo a disposizione non è una «istigazione» al rapporto, ma un invito alla consapevolezza. Sono convinto chela scuola sia palestra nell’esercizio della presa di coscienza. Insegno (ancora per ora) religione, sono cattolico per formazione e per scelta. Sono persuaso che la coscienza personale (come del resto la Chiesa insegna) sia luogo inviolabile per ogni decisione e che ascolto e rispetto debbano guidare ogni interrelazione: non mi sento anomalo come docente di religione; ho chiara una cosa: insegnare richiedeuna forma di obbedienza (nel senso etimologico di «ascolto previo») dovuta ai ragazzi che danno senso al nostro lavoro.
Genesio Petrucci genesiopetrucci@libero.it
RISPONDE CORRADO AUGIAS
Ogni tanto arrivano dal mondo cattolico lettere come questa che deflagrano rispetto alla felpata prudenza degli uomini di curia per lo più intenti ai loro calcoli, allo studio delle convenienze, non escluse quelle elettorali. Si nota sempre più spesso grande lontananza tra il mondo di oggi, la sensibilità soprattutto dei giovani e le reazioni ostili degli alti gerarchi cattolici. La candidata Bonino innervosiva le gerarchie perché, ha spiegato martedì monsignor Fisichella, «è all’opposto dei valori fondamentali del cristianesimo». Non è all’opposto invece un leader pluridivorziato, pluriadultero. Viene da dire che sembrano in ballo le convenienze, più che i principi. La reazione indispettita che c’è stata di fronte alle macchinette per preservativi e assorbenti in una scuola, è stata l’ennesimo indice di un atteggiamento che perpetua a dispetto di ogni cambiamento (Vito Mancuso su questo giornale): “Un inimicizia verso l’umano che il cattolicesimo ha ereditato da Agostino”. Non essendo cattolico, mi limito a constatare quanto poco ci sia, sia nei preservativi sia nelle scelte elettorali, della missione del mondo che le gerarchie dovrebbero tentate si svolgere. Anche per evitare tanti dolorosi fallimenti, tante vergogne.
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