
Il novantaquattrenne prodigio Stéphane Hessel, autore del pamphlet e caso editoriale francese da un milione e mezzo di copie "Indignez-vous!", è stato ufficialmente candidato al Nobel per la Pace da un gruppo di suoi estimatori, tutti componenti del collegio internazionale che ogni anno assegna il premio.
A parlare in una lettera appello sul Monde del contributo di Hessel - combattente nella resistenza francese, scampato a Buchenwald, tra i redattori della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - alla causa della "vicinanza tra i popoli", e a sottolinearne l'infallibilità nella "scelta del campo giusto" (anche quando ha invitato al boicottaggio di Israele, evidentemente) sono il filosofo Edgar Morin, l'ex premier Michel Rocard, l'ex presidente della Repubblica federale tedesca dal 1984 al 1994, Richard von Weizsàcker, e il filosofo tedesco Peter Sloterdijk. Pensatore importante nel panorama filosofico internazionale, Sloterdijk si è nel tempo attestato su un "postumanesimo" ispirato all'idea di miglioramento della specie umana, anche attraverso le pratiche di selezione genetica e prenatale, che dovrebbe prima o poi arrivare a una pianificazione di superuomini (ma forse è più corretto chiamarli "postuomini" ). Semplici prodotti di una "addomesticazione dell'essere umano" già aspramente criticata dal filosofo Jiirgen Habermas, che vi ha visto la riproposizione, per niente desiderabile, di vecchi scenari totalitari.
A giudizio dei suoi presentatori al Nobel, Stéphane Hessel "indica un cammino per costruire un avvenire d'umanità". Se l'avvenire è quello prospettato da Sloterdijk, "préoccúpez-vous!".
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