
05/11/09
Secolo d'Italia
La sentenza di Strasburgo sul crocifisso è «una cosa che non è accettabile da noi italiani. Siamo in un Paese dove non possiamo non dirci cristiani». A distanza di 24 ore Silvio Berlusconi interviene pubblicamente e annuncia che il ricorso del governo verrà formalizzato domani in Consiglio dei ministri. Sul fronte cattolico il segretario di Stato Tarcisio Bertone nel manifestare «apprezzamento» per il ricorso annunciato dal governo osserva che «questa Europa dei terzo millennio ci lascia solo le zucche della festa recentemente celebrata, e ci toglie i simboli cari». Per Gianni Alemanno la sentenza «crea un problema al popolo italiano, ma è anche un`offesa alla sua cultura e un controsenso rispetto alla realtà europea che purtroppo - aggiunge il sindaco di Roma - richiama il vecchio problema dell`assenza delle radici giudaico-cristiane nella Costituzione europea». Mentre Umberto Bossi, più prosaicamente definisce la decisione di Strasburgo «una stronzata», tra i favorevoli spiccano Marco Ferrando del Pci, che parla di «sentenza giusta» ed Emma Bonino. Per la senatrice Pd, «conferma che i luoghi pubblici sono di tutti, sia dei credenti cattolici, sia dei non credenti, sia dei credenti di altre religioni». Per ora da Bruxelles arriva un no-comment, ma la precisazione ufficiale è che la decisione «viene da un`istituzione che non appartiene all`Unione europea» e inoltre la questione «è di esclusiva competenza dei Paesi membri». Una nota che apre interrogativi sul tribunale di Strasburgo. Come fa Alfredo Mantovano, che chiede: «Se in Europa esiste la Corte di Giustizia, mantenere in piedi la Corte europea dei diritti non costituisce, soprattutto dopo Lisbona, un doppione inutile? Dopo la sentenza - aggiunge il sottosegretario all`Interno - verrebbe da dire: inutile e dannosa». Stesso tasto battuto da Maurizio Gasparri: «Resta il problema - dice il presidente dei senatori Pdl - di porre seriamente l`accento su tutto l`apparato burocratico dell`Ue. Ci si deve interrogare sull`utilità e la validità di una macchina numerosa e molto costosa». Si moltiplicano intanto le proteste contro la decisione. Tra le iniziative più eclatanti quella del sovrintendente del teatro Bellini di Catania che ha fatto esporre un grande crocifisso sulla facciata dell`edificio.
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