
02/09/10
Corriere della Sera
A Giovanni Sartori che, sul Corriere, auspica un sistema elettorale maggioritario a doppio turno replicano Pietro Ichino, estensore e primo firmatario del manifesto per l'uninominale pubblicato su queste colonne e Giovanni Guzzetta, anch'egli sottoscrittore di quell'appello e già presidente del comitato per i referendum elettorali. Ichino sostiene che «il manifesto non sposa una specifica soluzione tecnica ma tende a unire tutti coloro che vogliono una riforma imperniata sul sistema elettorale a collegio uninominale maggioritario, che favorisca il bipolarismo e l'alternanza al governo del Paese». Ichino chiarisce poi che «ci sono alcune varianti dell'uninominale a turno unico che non mi convincono affatto. Viceversa, non escluderei il sistema a doppio turno, purché vengano ammessi al secondo turno soltanto i primi due candidati». Infine, a suo giudizio, «un risultato analogo si può ottenere anche con un sistema a turno unico nel quale sia data all'elettore la possibilità di indicare, oltre alla prima scelta, anche una seconda, che diventa rilevante soltanto se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta».
Più esplicito il «rispettoso disaccordo» di Guzzetta nei confronti delle tesi sostenute da Sartori a proposito del «rapporto tra maggioritario e frammentazione del sistema politico». «La sua critica a Duverger è fondatissima - argomenta - ma mi pare eccessivo, sul piano empirico ritenere che l'introduzione del Mattarellum (solo in parte maggioritario) abbia addirittura fatto crescere il numero dei partiti». La frammentazione, aggiunge Guzzetta, «era già esplosa per cause politiche dopo l'89 con l'agonia della prima Repubblica. Da allora è invece cominciato un processo di semplificazione che ha visto e vede ancora moltissime resistenze e grandi travagli. Forse la legge semi-maggioritaria non ha semplificato abbastanza, ma certo non ha complicato».
In questo quadro per Guzzetta «il maggioritario uninominale (anche a un turno) rimane ancora la soluzione migliore. E non sarebbe un ritorno al passato perché, come Sartori sa bene, quello "secco" non c'è mai stato. Confido che prima o poi si farà, ma intanto meglio il Porcellum del Proporzionellum». Insomma il manifesto di Ichino, che ha raccolto l'adesione di personalità di entrambi i campi politici (non ha, viene fatto notare, una matrice Radicale benché numerosi esponenti di quel partito l'abbiano sottoscritto) si connota soprattutto come l'invito a creare un movimento di opinione in favore di una riforma elettorale «orientata nel senso del collegio uninominale indicato in modo nettissimo dagli italiani a grande maggioranza nel referendum del 1993, poi in larga parte disatteso dal legislatore».
Il dibattito attorno al tema elettorale evidenzia, però, posizioni talvolta divergenti. Se il ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi afferma che «non ci sono margini per un cambio del sistema di voto» e fa notare che «l'attuale sistema garantisce equilibrio e governabilità», un altro esponente della maggioranza di centrodestra il finiano Silvano Moffa si mostra favorevole a una soluzione basata sul doppio turno e lo motiva affermando che «ogni elettore non ha la possibilità di scegliere il proprio rappresentante e questo crea sicuramente un grave vulnus. Il ritorno al Mattarellum comunque comporterebbe dei rischi legati al frazionamento».
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