
La palude parlamentare con regolamenti, emendamenti, variazioni di bilancio e contorno di tabelle è pronta ad "accogliere" i 108 onorevoli grillini e i 54 neo senatori del MoVimento 5 Stelle. E per non farsi inghiottire i grillini dovranno prendere confidenza con i regolamenti parlamentari così come con i corridoi dei Palazzi della politica. Con un abbondante 25% di consensi nel carniere elettorale gli eletti del MoVimento dovranno sfruttare al meglio i 20 giorni circa che li separano dall’ingresso a Palazzo madama e Montecitorio. Nei blog dei grillini, così come su alcuni quotidiani online, ci si interroga su come comportarsi, cosa studiare, cosa approfondire, come prepararsi al meglio per la conquista del Parlamento. Ieri Il Sole 24 Ore pubblica l’indiscrezione di un full immersion per i neoeletti da tenersi lunedì 4 marzo in un misterioso centro congressi vicino a Roma. La tradizione dei congressi di formazione politici fa correre il pensiero all’Ergife, tradizionale sede dei congressi radicali. Un palazzone da repubblica socialista per decenni appannaggio delle assise di Marco Pannella. Secondo il quotidiano di Confindustria le lezioni intensive per formare al meglio i parlamentari di Grillo dovrebbero essere suddivise in tre sezioni: l’iter di approvazione delle leggi, il funzionamento del governo e di tecniche legislative. Circa 60 ore di corso (20 per sezione) per fornire i rudimenti. Era circolata anche l’indiscrezione che a gestire i corsi last minute per i neoeletti sarebbe stata la Luiss. O meglio: uno dei corsi era stato già attribuito a Nicola Lupo, ordinario di Diritto delle assemblee elettive. Che però contattato conferma alcuni contatti «nei mesi scorsi» per corsi formativi ma nega - al momento - che parteciperà all’educazione grillina degli eletti.
Certo che tra Camera e Senato, presidenze di Aula, di commissione e il circo di incarichi, poltrone, poltroncine e strapuntini, i 162 parlamentari di Grillo dovranno distribuirsi (nella Seconda Repubblica si sarebbe detto: spartirsi), incarichi, oneri e onori. Prima però bisognerà attendere la proclamazione degli eletti, poi l’insediamento con consegna dei badge elettronici per votare. Individuare l’ufficio (chi nei palazzi storici, chi in quelli in affitto), localizzare i bagni, la buvette, le sale dei gruppi parlamentari (che dovranno costituirsi) e nominare un capogruppo. Avendo un quarto dei voti, un quarto degli incarichi spetterà ai neoeletti. I commessi parlamentari, i funzionari dei due rami sono già belli e pronti ad assistere quest’esercito di nuovi onorevoli. Poi ci sarà da scegliere i collaboratori e qui potrebbe sorgere qualche problema, visto che i collaboratori regolarmente assunti - nelle precedenti legislature - con tredicesima e contributi si contavano come specie rara a rischio estinzione.
«Non siamo degli sprovveduti», spiegava ieri all’Huffpost Giulia Sarti, capolista Emilia Romagna alla Camera, «ci stiamo preparando da tempo. Sì, ex parlamentari ci fanno lezione. Nomi non li facciamo, li abbiamo solo coinvolti per aiutarci a capire come funziona la macchina. È gente esperta di Palazzo Madama e Montecitorio». Non voler fare i nomi dei tutor con esperienza parlamentare conferma un’altra indiscrezione raccolta dal Sole: vale a dire che l’operazione formazione dei neoeletti viene volutamente mantenuta in gran segreto da parte del “vertice organizzativo” del MoVimento. C’è chi aspetta indicazioni dal cervellone grillino e chi conferma di aver riaperto i libri: «È chiaro che dobbiamo prepararci», assicura Arianna Spessotto, capolista M5S in Veneto, «ma ognuno al momento è libero di farlo a modo suo. Io per esempio mi sono buttata sui libri, studio e ristudio, li divoro», assicura. Emozionati forse, preoccupati non tanto, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate (le poche) ai giornalisti prima dello tsunami di voti incassati dal Nord al Sud. «Se ce l’ha fatta Scilipoti, può farcela chiunque...» ironizzava prima del responso delle urne Alessandro Di Battista, 34 anni, uno dei candidati grillini alla Camera. E poi c’è la poltronissima - già sibillinamente offerta al MoVimento dal competitor Pier Luigi Bersani - la presidenza della Camera dei deputati. I blog hanno già assegnato lo scranno alla più giovane del Parlamento: la 25enne Marta Grande. Laureata in lingue all’Università dell’Alabama, seconda laurea quasi conseguita in Relazioni internazionali all’Università di Roma Tre, ex volontaria di Greenpeace, iscritta al M5S dal 2012 ed eletta nella circoscrizione Lazio 1. Quando Bersani ha ventilato per un grillino lo scranno che fu di Gianfranco Fini è partito il grande circo e la caccia del candidato ideale. E l’età (la più giovane della XVII legislatura che inizierà ufficialmente il 15 marzo) sembra deporre a favore della giovanissima onorevole. Che forse dovrà prendere una terza laurea: in trappole parlamentari...
© 2013 da Libero. Tutti i diritti riservati