
Può capitare, per la fretta, di giudicare un articolo semplicemente dal titolo, senza prendersi la briga di leggerlo. Qua non si vuole mettere il voto a nessuno. Però la pagina 9 di Libero di ieri merita due parole. Il corsivo rubricato "Il graffio" era intitolato «Trovata geniale» e riproduceva il titolo di un articolo di Barbara Spinelli apparso su Repubblica: «Abolire la miseria». Il commento sarcastico era «Fessi noi a non averci pensato prima. Già che ci siamo si potrebbe fare qualcosa anche per la morte?». Divertente. Solo che il titolo sfottuto era una citazione di un altro titolo ancora, come nelle scatole cinesi o nel mercato finanziario. Abolire la miseria è un libro, dimenticato da molti, di Ernesto Rossi. Barbara Spinelli nel suo pezzo lo spiegava, citandolo. Bastava leggere. E sarebbe utile rileggere anche il libro, ripubblicato da Laterza nel 1977 con introduzione di Paolo Sylos-Labini.
Si scoprirebbe che nell'immediato dopoguerra il "liberista" e anticomunista Ernesto Rossi preconizzava audacissime misure di welfare e difendeva un'area pubblica dell'economia. Nel contempo metteva in guardia dai rischi della burocratizzazione e dello spreco di denaro pubblico. Libro attualissimo e ancor più le circa 20 pagine di introduzione di Sylos-Labini. Il corsivista di Libero ha ragione, a mio avviso, su un solo punto: «Fessi noi a non averci pensato prima». Io, che un po' ci avevo pensato, adesso me lo rileggo. Lui magari se lo fa prestare da Facci.
© 2011 Il Riformista. Tutti i diritti riservati