
“Com’era prevedibile la Corte europea dei diritti dell’uomo ha rigettato il ricorso dell’Italia, solo dilatorio. Entro la fine di maggio del 2014 il Paese dovrà, dunque, tornare nella legalità interna e internazionale”. Così Patrizio Gonnella, presidente dell’ associazione Antigone, che si batte per i diritti nelle carceri, commenta la decisione della Corte europea. La Corte - aggiunge - ci dice che per assicurare il rispetto della dignità umana è necessario garantire in cella almeno tre metri quadrati a testa. Per riuscirci posto che nelle carceri italiane ci sono più di 66 mila detenuti per 37 mila posti regolamentari (oltre 8 mila sono infatti inutilizzabili perché in reparti chiusi) bisognerà liberare almeno 30 mila reclusi”. Ma non basta e per questo, aggiunge “da tempo portiamo avanti un pacchetto di proposte che chiediamo al Governo di adottare con un decreto legge essendoci i requisiti di necessità e urgenza”. “Si tratta di mettere mano - spiega Gonnella - alle leggi che producono carcerazione come quella sulle droghe, l’immigrazione, la recidiva e la custodia cautelare”. “Le proposte alla Camera e al Senato, dei due presidenti delle commissioni giustizia Palma e Ferranti sulla messa alla prova e la detenzione domiciliare - secondo Gonnella - sono di buon senso ma non spostano per nulla l’impatto numerico dei detenuti”. Infine, per Gonnella “sarebbe utile destinare quel che resta del piano carceri, circa 460 milioni di euro per un piano straordinario che favorisca l’applicazione delle misure alternative al carcere”.
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