
Niente anticipo della tassa sulle sigarette elettroniche a settembre. La norma contenuta nel cosiddetto svuota carceri è stata eliminata in zona cesarini dal testo approvato ieri dal Senato con 206 sì e 59 no. La palla ora passa all’Aula di Montecitorio, dove non sono escluse ulteriori limature.
Secondo la proposta di modifica, approvata la scorsa settimana dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama, le e-cig, tassate come i tabacchi al 58,5%, avrebbero dovuto portare nelle casse dello Stato i 35 milioni di euro necessari per evitare il taglio del personale carcerario. La notizia della tassazione aveva scatenato le proteste dei rivenditori e dell’Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico) che hanno dato vita a un sit-in davanti a Montecitorio.
Il relatore D’Ascola, ieri, ha ritirato la proposta di tassazione e con esse la garanzia che non ci saranno tagli alla polizia penitenziaria. Il testo che esce dal Senato, recepisce le modifiche approvate in commissione Giustizia: viene ripristinata la misura che prevede la detenzione domiciliare per i recidivi solo se la pena inflitta non supera i tre anni. Resta la modifica introdotta dall’emendamento di Gal che fa scattare la custodia cautelare in carcere per i delitti per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, e non quattro come prevede la norma vigente.
I permessi premio per i minori si allungano: non potranno superare i 30 giorni (attualmente il limite è di 20 giorni), per un massimo complessivo di 100 giorni (finora 60). “Sono contenta, perché abbiamo portato a casa un primo risultato, dopo alcuni cambiamenti che si erano rivelati necessari”, commenta il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, lasciando il Senato dove la Lega Nord ha protestato con una serie di cartelli. “No delinquenti per strada”, “Certezza della pena”, “Polizia e carabinieri beffati”, “Polizia arresta, governo assolve”, “Donne, attenzione: escono gli stalker”.
Dai banchi del Carroccio si levano grida contro il Guardasigilli. “Vergogna ministro”, urla il senatore Jonny Crosio mentre i commessi cercano di riportare l’ordine in Aula.
“Alla fine si è trovata la quadra del cerchio”, taglia corto il ministro parlando con i cronisti. E Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in commissione Giustizia, assicura: “La detenzione domiciliare esclude i reati gravi, con in testa i reati di mafia e 41bis.
Non c’è quindi alcun cedimento sul nostro sistema di sicurezza escludendo anche reati come quelli per gli incendi boschivi, i furti aggravati, i maltrattamenti sui minori e i recidivi gravi”. “Si apre una strada nuova. Siamo appena all’inizio - conclude. Altri passi dovremo fare e la strada sarà lunga, ma è un primo passo da apprezzare e valorizzare”.
Anche il Pdl considera l’approvazione dello svuota carceri solo un primo passo, nella speranza che si arrivi a un’amnistia, che all’occorrenza potrebbe essere utile pure al Cavaliere. “Non sarebbe una scelta perdonistica, ma un atto di umanità verso chi ogni giorno è costretto a sopravvivere in condizioni riconosciute vergognose anche dall’Ue”, afferma il vicepresidente dei senatori del Pdl, Giuseppe Esposito, vicepresidente del Copasir.
Ipotesi subito stoppata da Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia, che si dice stupito dalla soluzione prospettata da un esponente del Pdl visto che “il centrodestra in campagna elettorale ha promesso più sicurezza per l’Italia e non certamente nuovi indulti o amnistie”. “L’amnistia - aggiunge - non può e non deve essere la soluzione. L’emergenza si affronta con riforme strutturali. Svuotare semplicemente le carceri è inutile e non si tutela la società”.