
Con la sentenza di Perugia «c'è una vittima in più, il sistema giudiziario italiano, la cui vergogna ieri è stata trasmessa in diretta in tutto il mondo. Non bisogna dimenticare che Amanda e Raffaele nel 2009 erano stati condannati a 26 e 25 annidi carcere. Allora, un tribunale formato da due giudici e sei cittadini avallò la tesi dei pm». L'atto d'accusa è del El Paìs, quotidiano spagnolo "gemellato" con Repubblica, che evidentemente considera attendibili i pm italiani solo quando indagano su Berlusconi. Al di là dei paragoni, la posizione del giornale iberico conforme a quella degli altri organi di stampa del resto del mondo. Dal New York Times a Le Figaro, tutti riconoscono un solo colpevole certo nella vicenda processuale per l'assassinio di Meredith Kercher: la giustizia italiana.
L'allarme di Alfano
Può dirlo con cognizione di causa l'ex ministro della Giustizia, Angelino Alfano,parlando con i giornalisti a margine di alcuni suoi incontri con i vertici del Ppe in veste di segretario del Pdl. «In Italia per gli errori giudiziari nessuno paga», attacca Alfano. Nel merito della sentenza il segretario Pdl ha osservato che «i tre gradi di giudizio sono fatti proprio per consentire ripensamenti» A questo punto «il tema che mi viene in mente, e che è giusto, è che se la detenzione di Amanda è stata ingiusta, chi la risarcirà? Chi pagherà mai per una detenzione ingiusta sua e di Raffaele Sollecito?». Nessuna polemica politica, precisa l'ex Guardasigilli: «Mi attengo all'esito del giudizio della Corte, che ha dichiarato innocenti i due, con ciò affermando implicitamente che la detenzione non doveva esserci. In Italia il tema è che per gli errori giudiziari nessuno paga».
La folla e il delirio da televoto
Errore giudiziario che, per la folla di Perugia, che ha gridato «vergogna» vergogna» c'è stato con la sentenza di assoluzione. Secondo la logica del processo sui media, i protagonisti avevano fisico, presenza e posizione da perfetti colpevoli. «Si gioca con la vita delle persone come se fosse una competizione sportiva», ha scritto Raffaele Sollecito dal carcere prima della sentenza. Logica forcaiola che crea la tv "seriale" dell'orrore, come la definisce il critico televisivo Aldo Grasso e che trasforma gli imputati in concorrenti di un reality da nominare o da escludere, senza tenere conto il piccolo particolare del rischio di una morte in cella da innocenti. La tv dell'orrore è stata premiata dagli ascolti: Retequattro, in prima serata ha dedicato uno speciale "Quarto Grado - Il delitto di Perugia" con ascolti record. Il programma condotto da Salvo Sottile ha raggiunto un picco di 6.306.664 telespettatori totali e il 20.60 per cento di share sul pubblico attivo (al momento della lettura della sentenza). E su Rai1 Porta a Porta su Amanda e Raffaele ha conquistato la seconda serata. Lunga diretta su Sky Tg24 che, ha dedicato collegamenti e servizi durante tutta la giornata raccogliendo due milione 715 mila contatti nella giornata (25 per cento in più del lunedì precedente).
La lezione inglese
A Perugia parlano in conferenza stampa la madre Arline, la sorella Stephanie e il fratello Lyle. Quest'ultimo si è dimostrato più composto della folla che dopo la sentenza ha gridato "vergogna": «Abbiamo accettato la decisione - ha risposto il fratello della ragazza assassinata - rispettiamo la corte. Non siamo il partito dei colpevolisti. Siamo quelli che vogliono sapere quello che realmente è successo -. I pm hanno detto che faranno appello in Cassazione e noi continueremo a cercare la verità (di Alessandra Baldini) Come molti britannici anche David Cameron ha guardato incredulo in tv il verdetto che ha rimesso in libertà Amanda Knox e Raffaele Sollecito: «Pensiamo ai Kercher», ha detto il primo ministro, a Manchester per il Congresso dei Tory: «Quei genitori avevano avuto una risposta su quel che era successo alla loro meravigliosa figlia e adesso non l'hanno più. Tutti dovrebbero pensare a loro, a come si sentono», ha aggiunto Cameron mentre a Croydon, alle porte di Londra, John, il padre giornalista di Meredith, reagiva con sdegno alla decisione «grottesca» della giustizia italiana. «Vanifica il processo originale. Siamo tutti sotto shock.
Avremmo capito una riduzione di pena, ma rilasciarli?», ha detto John al Daily Mirror.
Ritorno a Seattle
Amanda intanto torna da donna libera a Seattle con British Airways passando per Heathrow dove, per motivi di sicurezza, è stata ospitata nella suite Windsor, quella usata dalla famiglia reale. Oltreoceano la vicenda di Amanda Knox è stata vissuta come il finale di Fuga di Mezzanotte (nel film il protagonista fuggiva da un carcere turco). Nessun dubbio sull'innocenza della studentessa di Seattle, nessun dubbio sulla scarsa capacità investigativa e giudiziaria degli italiani. Non a caso a caldo dopo il verdetto si è scomodato anche il Dipartimento di Stato Usa: «Gli Stati uniti apprezzano l'attenta considerazione della vicenda nell'ambito del sistema giudiziario italiano», ha detto da Washington la portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland.
La denuncia dei Radicali
Amanda e Raffaele un caso eccezionale di malagiustizia? «Tutto sommato sono stati fortunati: la pressione internazionale e il fatto di provenire da due famiglie di un certo tipo hanno accorciato i tempi» di un sistema «lentissimo». Se non ci fossero stati questi due fattori in gioco, i due ex fidanzatine «avrebbero scontato 6-7 anni da innocenti». Così Marco Pannella, che sottolinea come ci siano «migliaia di persone nelle loro condizioni, rinchiusi nei penitenziari per reati mai commessi». Il leader dei Radicali snocciola i numeri per tirare le somme su un sistema che, a suo avviso, «non va affatto». «In Italia - spiega - il 40 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio, parliamo dunque di 30 mila persone circa. Di questi, affidandosi alle statistiche, il 50 per cento verrà proclamato innocente. Ciò si traduce in 15 mila persone rinchiuse nelle carceri, in attesa di un giudizio che li scagionerà dalle accuse dopo 6-7 anni». Dunque, paradossalmente, «Amanda e Raffaele, e sono felicissimo per loro - tiene a puntualizzare il leader dei Radicali - tutto sommato sono stati fortunati. In tantissimi casi, troppi, le cose vanno decisamente peggio».
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