
Il Governo vuole riaprire il “supercarcere” di Pianosa? A chiederlo con una nota al Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). Il dubbio, spiega il sindacato, nasce da una comunicazione fatta nei giorni scorsi dalla Direzione della Casa di Reclusione di Porto Azzurro sulla “Apertura del Presidio di Pianosa. Proposta di assetto organizzativo del Servizio Navale di Porto Azzurro”.
La predisposizione di un tale servizio “non avrebbe senso se non in un’ottica di riapertura dell’Istituto penale di Pianosa, ormai in disuso dal 1998 - osserva il segretario Donato Capece. Per questo abbiamo ritenuto necessario ed urgente interessare il Ministro della Giustizia Cancellieri: per sapere se l’istituzione del presidio navale della Polizia Penitenziaria sia atto propedeutico alla riapertura del carcere di Pianosa, da sempre avversata dal Sappe in quanto in contrasto con le esigenze di razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse economiche ed umane e, più in generale, con il processo di spending review in atto”. Nato nel 1858 come colonia penale agricola, il carcere di Pianosa è divenuto durante la seconda guerra mondiale luogo di reclusione dei detenuti politici, a cominciare da Sandro Pertini. Dopo gli attentati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, divento carcere di massima sicurezza per i detenuti per reati di tipo mafioso. “L’emergenza si è protratta fino al luglio 1997- ricorda il Sappe - quando l’ultimo detenuto per mafia è stato trasferito dall’isola ad altre sedi di reclusione”. [3]
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