
90 ragazzi e ragazze sottoposti a misure penali stanno raccogliendo, in questi giorni, il frutto della coltivazione dei loro orti nel corso del progetto di Aiab, “Ricomicio dal Bio. Orti sociali, un’opportunità per minori sottoposti a misure penali”, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Fragole, zucchine, pomodori, fagioli, melanzane e peperoni di varietà antiche e autoctone, ma anche cultivar comuni, sono il raccolto degli orti biologici, impiantati e curati dai ragazzi durante lo svolgimento dei corsi in orticoltura biologica in quattro Istituti Penali per Minorenni (due femminili e due maschili) e in due aree esterne.
Sono stati coinvolti nel progetto i minori degli Ipm e quelli in misura di “messa alla prova” o affidati alle Comunità e ai Servizi Sociali della Giustizia Minorile. Il percorso si concluderà con una festa finale che prevede la preparazione di piatti con i prodotti degli orti e il coinvolgimento di altre realtà del territorio.
A partecipare ai corsi negli Istituti di Palermo sono stati 11 ragazzi, 19 ad Airola (Bn), mentre a Pontremoli (Ms) e a Casal del Marmo sono stati coinvolti rispettivamente 17 e 20 ragazze. A Roma nella Comunità Itca Borgo Amigò e a L’Aquila i ragazzi in area penale esterna sono stati complessivamente 33. L’incidenza dei partecipanti, oltre al 10% sul totale dei ristretti, è particolarmente significativa, se si considera il numero complessivo dei minori reclusi in Istituti Penali che, in Italia, ammonta a circa 500 persone. L’attività ha riscontrato interesse e partecipazione attiva tra i ragazzi. Il confronto e il pieno coinvolgimento nelle attività agricole ha favorito, infatti, sia l’assunzione di responsabilità individuali che l’attitudine al lavoro di gruppo.
Un’esperienza che hanno potuto raccontare, con diverse forme espressive che variano dal disegno alla scrittura.
Il progetto ha coinvolto attivamente il personale dell’amministrazione penitenziaria, ma anche le aziende agricole e i volontari per favorire lo scambio dei ragazzi con l’ambiente esterno. Il progetto si propone, infatti, di costruire ponti tra dentro e fuori gli istituti per evitare che questi rimangano un mondo chiuso e a parte. Il passo successivo per Aiab sarà, dunque, quello di facilitare l’inserimento lavorativo di alcuni ragazzi formati in aziende agricole e florovivaiste, anche attraverso tirocini formativi e borse lavoro.
Festa dell’Agricoltura Sociale nel bene confiscato alla criminalità organizzata
Sabato 22 e domenica 23 giugno si è svolta la prima Festa Nazionale dell’Agricoltura Sociale organizzata dal Forum Nazionale Agricoltura Sociale in collaborazione con Aiab, Alpa e Cnca e con il patrocinio di Inea. L’evento ha avuto luogo a Chiaiano (Napoli) presso il fondo rustico confiscato alla camorra “Selva Lacandona - Amato Lamberti” 13 anni fa e finalmente restituito alla cittadinanza, affidato oggi in comodato d’uso alla cooperativa Resistenza.
Quattordici ettari di vigneto e pescheto hanno ospitato la manifestazione che è coincisa con la tappa napoletana del Festival dell’impegno civile organizzato dal Comitato Don Peppe Diana. Hanno parteciperanno aziende agricole, cooperative sociali e realtà interessate al tema che hanno esposto e venduto i propri prodotti all’interno di stand allestiti in un corridoio tra i pescheti. Workshop, laboratori, musica, artigianato ed un mercato dei prodotti dell’Agricoltura Sociale hanno animato con successo la festa Per rispondere alla disoccupazione giovanile dell’ottava municipalità, la cooperativa Resistenza ha siglato un protocollo di intesa con il Dipartimento di Giustizia Minorile per formare e far lavorare 4 ragazzi con misure cautelari alternative alla detenzione.
Domenica 22 si è svolto il convegno “Le nuove agricolture per una diversa economia” al quale hanno preso parte, tra gli altri, anche il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’onorevole Massimo Fiorio della Commissione Agricoltura della Camera, i coordinatori del Forum Nazionale Agricoltura Sociale e le realtà agricole e sociali presenti alla manifestazione. De Magistris ha sottolineato come Napoli sia una città in cui le battaglie dei cittadini hanno consentito che il territorio si trasformasse da terra della discarica a terra della ciliegia. Il bene è stato restituito ai cittadini e alle associazioni che ne hanno fatto uno spazio di dibattito, festa, produzione agricola, inserimento di giovani a rischio. Questo modo di fare economia reale con agricoltura sociale permette di contrastare il modello del capitalismo che impone uno sviluppo distorto e il consumo del territorio.
Al termine dell’incontro il primo cittadino di Napoli ha piantato nel vigneto il cedro del Libano donato dalla Cooperativa Agricoltura Capodarco che rappresenta le tre R, “Ribellione, Resistenza, Riscatto” in un territorio riconsegnato ai cittadini per un uso sociale. [3]
//