
Un progetto di legge che già fa discutere: il Pdl sta pensando di proporre un testo che prevede sanzioni per chi disturba i comizi in piazza. Pene che prevedrebbero anche il carcere. E che innescano - ancora prima che la norma venga scritta, depositata, discussa - i primi scontri. A scrivere il progetto di legge è Ignazio Abrignani, con l’assenso del capogruppo Renato Brunetta. Obiettivo: presentare la norma nei prossimi giorni in commissione.
“Si tratta di garantire la libertà di manifestare, garantita dalla costituzione”, spiega Abrignani, che nega l’intenzione di volere impedire il dissenso. L’idea è nata dopo gli episodi di contestazioni a Brescia durante la manifestazione del Pdl in piazza con Silvio Berlusconi. Si tratterebbe di estendere a qualsiasi comizio ciò che è già previsto per le manifestazioni elettorali: divieto di recare disturbo e di distribuire volantini di diverso orientamento politico durante i raduni. n progetto di legge era stato anticipato nei giorni scorsi da Brunetta in un articolo pubblicato da Il Giornale.
“Se non si interviene subito - scriveva Brunetta all’indomani degli incidenti di Brescia - il virus delle contestazioni sistematiche sarà legittimato e diverrà endemico, così da indurre a rinunciare a incontri pubblici di chi è sgradito a qualcuno”.
Per Brunetta è essenziale “evitare che ci sia una sistematica e pericolosa contrapposizione fisica dalla quale è fatale che possano scaturire incidenti”. Dura la reazione del Pd. “Lo chiamano “Popolo della Libertà” ma vuole azzerare il dissenso per legge” commenta il deputato Ettore Rosato. “Gli strumenti per sanzionare o reprimere le violenze già ci sono - sostiene - e la proposta annunciata da Abrignani intende dettate le norme per controllare ogni espressione popolare. È sconcertante”. [3]
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