
Primo via libera, in commissione Giustizia alla Camera, al ddl sulle misure alternative al carcere e la messa alla prova. Il provvedimento è stato approvato la scorsa notte, dopo una maratona che a Montecitorio ha visto l’ostruzionismo della Lega e l’opposizione del Movimento 5 Stelle sulle norme. Tra gli emendamenti approvati, c’è quello del governo che prevede la possibilità della detenzione domiciliare per i reati puniti con reclusione fino a sei anni.
Soddisfazione viene espressa dal Pd. “La proposta di legge sulle misure alternative al carcere e la messa alla prova, approvata in commissione Giustizia alla Camera, è un primo, importante passo - sottolinea Danilo Leva, parlamentare e presidente del forum Giustizia del partito - che avvicina il sistema penale italiano a quelli più avanzati. Le misure contenute incidono sulla situazione emergenziale delle carceri, hanno un effetto deflattivo sul carico dei procedimenti penali e, allo stesso tempo, rappresentano un punto di equilibrio tra la funzione rieducativa della pena e la sicurezza dei cittadini.
Leva rivendica “l’ottimo lavoro svolto in Commissione soprattutto dal Partito Democratico che con celerità e spirito costruttivo ha consentito l’approvazione della proposta di legge. Siamo certamente di fronte ad un primo passo, non sicuramente il tassello risolutivo”. “Ora la parola però passa all’Aula, con l’auspicio che prosegua su questa strada, portando a compimento l’importante lavoro svolto in Commissione”, conclude. [3]
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