
“Le condizioni delle carceri italiane non sono degne di un paese civile, del paese di Cesare Beccaria. Dobbiamo ripensare il sistema della pena, valutare se la pena deve essere scontata in carcere o fuori”. Lavorare sulle condizioni delle carceri italiane è “un’impresa titanica, ma la volontà c’è tutta”. Lo ha detto a Palermo il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, intervenendo all’Aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Per il ministro “non tutto è negativo”, ma occorre “un’azione vasta, a 360 gradi. Non basta creare nuove carceri”.
Chi è in carcere deve avere la possibilità di lavorare o studiare. È dimostrato che l’80 percento di chi lo fa non ha recidive”. Il ministro si è poi soffermata sull’edilizia carceraria spiegando che “molte carceri storici sono monumenti al passato, ma non sono più adeguati. Bisogna cambiarli per dare ai detenuti spazi adeguati”.
Di Giovan Paolo (Pd): bene governo ma presto i fatti
“È importante l’impegno del governo sul fronte delle carceri. Mi auguro però che seguano i fatti, ponendo massima attenzione, in tempi brevi, alle misure alternative alla detenzione in carcere. Non c’è da inventare molto, basta vedere quello che succede negli altri Paesi europei”. Lo afferma il senatore Roberto Di Giovan Paolo, presidente del Forum per la Sanità Penitenziaria. “Altrettanta sollecitudine mi aspetto per gli Opg - continua Di Giovan Paolo. L’approvazione del decreto era cosa scontata. Ora le regioni rispettino alla lettera i tempi per la chiusura, delineando percorsi di cura per le persone che sono in queste strutture”.
Patriarca (Pd): serve segnale civiltà con pene alternative
Il nostro sistema penitenziario è malato di un perenne sovraffollamento. Già nelle prossime settimane bisogna approvare una serie di misure alternative alla detenzione in carcere. Cancellieri intervenga in questo modo”. Lo afferma il deputato del Pd Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari Sociali. “La Lega ricordi che le istituzioni europee ci hanno più volte sanzionato, perché a fronte di una capienza di 44 mila posti nelle nostre carceri ci sono 66 mila detenuti - continua Patriarca - Le misure alternative al carcere negli altri Paesi europei funzionano, perché da noi la loro efficacia viene sottovalutata?”.
Moretti (Ugl); bene Cancellieri, ma affrontare emergenza con azioni concrete
“Le parole del ministro Cancellieri sulla necessità di risolvere il problema delle carceri e di ripensare il sistema penale, sono musica per le nostre orecchie”. Così il segretario nazionale dell’Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti, commenta l’intervento del Guardasigilli sulle problematiche delle carceri.
“Da tempo - piega Moretti - la nostra organizzazione sollecita le istituzioni ad affrontare questa vera e propria emergenza con interventi concreti volti a riformare il sistema detentivo ed introdurre, per alcune tipologie di reati, misure alternative, perché l’attuale condizione non solo è inaccettabile, ma ci espone a continue sanzioni da parte dell’Europa”.
“Il ministro della Giustizia - continua il sindacalista - ha rivolto nei giorni scorsi parole significative anche a tutti gli operatori del Corpo che quotidianamente lavorano per garantire la sicurezza dello Stato, spesso in condizioni non proprio adeguate.
Auspichiamo - conclude Moretti - che la sensibilità mostrata dal ministro sia un ulteriore incentivo per l’esecutivo ad accogliere i nostri reclami per una revisione dell’esecuzione penale, a partire dai problemi del sovraffollamento e della dignità della detenzione, che si riflettono sensibilmente sulla gestione degli istituti e sul lavoro che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria portano avanti con impegno”. [3]
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