
È in corso di svolgimento a Roma, presso il Ministero della Giustizia, il previsto incontro tra il Ministro Guardasigilli Annamaria Cancellieri, il Sappe e gli altri Sindacati del Corpo di Polizia Penitenziaria. All’incontro partecipano anche il Vice Capo Gabinetto Vitello, il Capo dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tamburino, i Vice Matone e Pagano ed il Dirigente Generale del Personale del Dap Turrini Vita.
“La situazione è particolarmente allarmante”, sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Oggi nelle carceri ci sono 43mila posti letto regolamentari reali e nelle celle sono invece stipate 66mila persone; la Polizia penitenziaria ha 7mila agenti in meno; i Baschi Azzurri non fanno formazione ed aggiornamento professionale perché l’Amministrazione evidentemente ha altro a cui pensare, come anche per le conseguenze di quell’effetto burnout dei poliziotti determinato dall’invivibilità di lavorare in sezioni detentive sistematicamente caratterizzate da eventi critici - suicidi, tentati suicidi, aggressioni, risse, atti di autolesionismo, colluttazioni.
Il progetto dei circuiti penitenziari studiato dall’Amministrazione penitenziaria non ci sembra la soluzione idonea perché al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e ad una maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il Personale di Polizia penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico.
Oggi tutto questo non c’è ed il rischio è che un solo poliziotto farà domani ciò che oggi lo fanno quattro o più Agenti, a tutto discapito della sicurezza. Il progetto elaborato dal Capo Dap Tamburino e dal Vice Capo Pagano in realtà non prevede affatto lavoro per i detenuti e mantiene il reato penale della “colpa del custode”.
È quindi un progetto basato su basi di partenza sbagliate e non è certo abdicando al ruolo proprio di sicurezza dello Stato che si rendono le carceri più vivibili”. Per queste ragioni il Sappe fa sapere che dirà al Ministro Guardasigilli che auspica “l’avvicendamento degli attuali vertici dell’Amministrazione penitenziaria che vede attualmente a capo del Dipartimento dirigenti - come il Capo Dap Giovanni Tamburino ed il Vice capo Luigi Pagano - che non sono stati in grado di trovare valide soluzioni ai problemi penitenziari”.
Il Sappe chiederà anche al Ministro Cancellieri “una complessiva ed organica riforma del Corpo, necessaria e non più rinviabile, indispensabile al riassetto gerarchico e funzionale della Polizia Penitenziaria ad oltre 20 anni dalla precedente riforma. È necessario riallineare i ruoli dei vice Sovrintendenti, dei vice Ispettori e dei vice Commissari della Polizia Penitenziaria, oggi penalizzati rispetto ai pari grado della altre Forze di Polizia, per rendere le progressioni di carriera davvero in linea e senza più alcuna differenziazione a seconda del Corpo di appartenenza. L’istituzione della Direzione generale della Polizia penitenziaria, in seno al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, è sempre più necessaria per raggruppare, secondo criteri di omogeneità, tutte le attività ed i servizi demandati al Corpo, quarta Forza di Polizia del Paese, evitando passaggi di competenze tra i vari uffici dipartimentali”.
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