
Riparte dalle carceri la commissione Giustizia di Montecitorio. All’odg è stato infatti messo un testo, approvato dalla sola Camera nella scorsa legislatura, che prevede la possibilità per gli imputati di processi con pena massima 4 anni, di chiedere la sospensione del processo e di accedere a un programma di rieducazione. I relatori sono Enrico Costa del Pdl e la presidente della commissione, Donatella Ferranti, che spiega che “il testo potrebbe avere un canale di priorità se tutte le forze politiche sono d’accordo”.
La corsia preferenziale, spiega la Ferranti, potrebbe avere una via preferenziale in base all’articolo 107 del regolamento della Camera “in quanto già approvato nella scorsa legislatura”.
“Noi - spiega - lo abbiamo ripresentato uguale”. Oggi Costa ha svolta la relazione e si è dunque aperta la discussione generale in commissione. Il testo prevede, tra l’altro, che dopo la “messa alla prova”, se questa va a buon fine il reato venga cancellato. C’è poi una delega al governo a legiferare sulla pena alternativa degli arresti domiciliari per chi è stato condannato al carcere per meno di quattro anni, eccezion fatta per gli stalker. E, infine, in ottemperanza a una sentenza della Corte Europea il testo prevede anche la sospensione dei processi il cui imputato è irreperibile. Il giudice è comunque tenuto a disporre nuove ricerche dell’imputato al massimo dopo un anno dal rinvio dell’udienza.
Ferranti (Pd): stop provocazioni, concentriamoci su priorità
“Basta con le polemiche, lavoriamo subito alle priorità”. Lo ha detto il presidente della Commissione giustizia della Camera, Donatella Ferranti. “In un momento di profonda crisi economica come quello che attraversiamo - spiega - è necessario un sistema giudiziario che funzioni. C’è una stretta connessione tra giustizia efficiente e investimenti di un Paese. Bisogna fronteggiare alcuni punti critici del sistema come la ragionevole durata del processo, l’adeguata organizzazione delle risorse e la piena attuazione del processo di informatizzazione.
Positiva - aggiunge - anche la volontà condivisa di monitorare lo stato di attuazione delle leggi contro la violenza alle donne per far emergere l’esigenza di interventi urgenti, partendo dall’analisi della legislazione in materia di violenza sessuale, di abusi familiari e di stalking”. “Tra le priorità c’è anche la delicatissima questione del sovraffollamento carcerario. Il sistema penale deve essere ispirato ai principi di rieducazione e umanizzazione. Le misure alternative e la messa alla prova si muovono in tale direzione e potrebbero godere della corsia d’urgenza essendo già state approvate dalla Camera durante la scorsa legislatura. Mi pare che i lavori della Commissione si muovano nel solco delle priorità già indicate dal ministro Annamaria Cancellieri. Voglio sottolineare - conclude - il clima leale e costruttivo della Commissione, presupposto essenziale per poter lavorare in modo serio e veloce”. [3]
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