
“Preoccupata per il clima di tensioni politiche che si accendono intorno ai temi della Giustizia? Certo che sì: se non lo fossi, sarei un’incosciente”. Annamaria Cancellieri non si sottrae alla domanda del giorno: l’alta tensione determinata dalla presentazione di un emendamento del Pdl in materia di giustizia nella commissione Affari costituzionali del Senato rischia di spaccare la maggioranza di governo? Il Guardasigilli - che stamattina sarà a Napoli al convegno organizzato dal “Sabato delle idee” nello storico tribunale di Castelcapuano - sul punto è chiarissima: “Non essere preoccupata per un clima politico così teso sarebbe da incoscienti. Però sono anche convinta che questo Governo ha i numeri e la forza di andare avanti”.
Cominciamo dall’amnistia: un altro argomento che continua a dividere, anziché unire. Lei è favorevole o contraria? E, al di là del decreto “svuota-carceri” da poco approvato, come si risolve il dramma del sovraffollamento nei penitenziari?
“Quello che abbiamo varato nel Consiglio dei ministri di mercoledì scorso non è un provvedimento svuota carceri. Casomai, se posso usare un gioco di parole, cerchiamo di riempirle di meno. Al di là delle battute voglio dire che il decreto agisce soprattutto sugli ingressi in carcere. E comunque è proprio l’idea svuota-carceri che è sbagliata perché può generare l’impressione che mandiamo liberi i delinquenti. Non è e non sarà così. Io ho a cuore il problema della sicurezza dei cittadini, conosco le loro paure che sono quelle di ciascuno di noi. Ma buone carceri che svolgano la loro funzione, anche quella di recupero, sono proprio un contributo per una società più sicura e anche più civile nei confronti di chi ha sbagliato”.
E l’amnistia?
“Quello che lei ha detto è corretto. È un provvedimento che appartiene alla politica e io sarò fedele seguace delle decisioni del Parlamento. Anche in questo caso vorrei però far notare che l’amnistia non va vista come un liberi-tutti. L’amnistia agisce per reati che prevedono pene molto basse, di solito si parla di tre anni. Quindi è un provvedimento che dà sollievo soprattutto ai Tribunali perché li libera dalle cause minori”.
Il carcere napoletano di Poggioreale resta uno dei casi-limite sui quali è indispensabile assumere decisioni rapide e risolutive. Parlano le cifre dell’osservatorio Antigone: siamo a quota 2.600 reclusi, su una capienza regolamentare che ne ritiene ammissibili 1.347. Che benefici avrà questa struttura dal provvedimento varato dal Governo?
“Su una situazione così grave come quella di Poggioreale non ci saranno ripercussioni positive immediate. Ma è una caso che abbiamo ben presente e per la quale stiamo mettendo a punto alcuni rimedi contro il sovraffollamento e piccoli interventi in tutta la Campania. Decisivo, ma a tempi lunghi, sarà invece un intervento strutturale: proprio per alleggerire la situazione di Poggioreale stiamo per concludere le procedure per l’appalto di una megastruttura da 1000 posti a Nola”.
In questi ultimi giorni si sono levate molte voci polemiche, quando non veri e propri attacchi rivolti alla magistratura, all’indomani di sentenze che riguardano l’ex premier Berlusconi. Pensa che - a livello politico - tali prese di posizione possano avere contraccolpi sulla tenuta del governo?
“Come ho detto prima, non essere preoccupata per un clima politico così teso è da incoscienti. La crisi non è dietro le spalle, dobbiamo lavorare per dare un po’ di tranquillità al Paese. Come ha detto il presidente Napolitano questo governo deve svolgere il compito per cui è nato”.
Ma lei crede che sia giusto inserire il capitolo giustizia, e più correttamente il Titolo IV della Costituzione, nel pacchetto riforme? E qual è la sua posizione sul nodo della riforma della magistratura per quel che riguarda la separazione delle funzioni e delle carriere?
“Non voglio riaccendere polemiche. Se e quando se ne discuterà nelle sedi opportune dirò la mia”.
Tornando a Napoli. C’è fibrillazione alla vigilia della riforma che cancellerà numerosi tribunali e sedi distaccate. I più critici su questi punti restano i rappresentanti dell’Avvocatura. Che cosa direbbe a chi continua a criticare questa riforma?
“Quella della cosiddetta geografia giudiziaria è una riforma approvata dal Parlamento che ci è imposta da una situazione finanziaria e di personale che altrimenti sarebbe insostenibile. Detto questo credo che ora si debba procedere, pronti poi a portare quei correttivi che si rendano necessari. La riforma partirà nei tempi previsti”.
Nella scorsa legislatura lei è stata ministro dell’Interno. E ha seguito i molti successi investigativi nella lotta alla camorra. Ma in questo momento forti sono i segnali d’allarme sui clan che si stanno riorganizzando. Quali ripercussioni rischia di determinare il decreto svuota carceri su questo forte allarme sociale?
“Nessun detenuto per reati di mafia, camorra, criminalità organizzata, reati contro le donne o i bambini verrà scarcerato. Nessuno: né ora né mai. La battaglia per recuperare Scampia continua, non ci siamo mai cullati dietro i successi che pur ci sono stati”.
Restiamo su Scampia. Al di là di quelli repressivi, quali sono a suo avviso gli interventi che qui andrebbero presi in materia di riqualificazione sociale?
“Uno, banale: tenere aperte le scuole anche al pomeriggio. E poi centri sociali, centri per anziani aperti anche di sera, negozi. Insomma ricostruire la vita sociale, far sentire a casa le tante persone perbene che ci sono. So che è difficile. Ma so anche che l’unica medicina risolutiva è quella della cultura, del lavoro, della vita civile”.
Mafie ed economia, se ne discute oggi a Napoli. Come si combattono le infiltrazioni criminali nel tessuto imprenditoriale?
“Lo dico con grande sincerità: sono qui soprattutto per ascoltare. Vengo a Napoli perché di buone idee ne abbiamo bisogno anche noi al ministero della Giustizia. Poi farò qualche riflessione su ciò che stiamo facendo. Anche contro l’assalto delle mafie all’economia. Il decreto sullo snellimento della giustizia civile che abbiamo varato la settimana scorsa va proprio in questa direzione: giustizia più rapida ed efficiente per le aziende significa favorire chi sta dalla parte della legalità”. [3]
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