
Entro il 2016, nelle carceri italiane, dovrebbero esserci 10mila posti letto in più, 5mila dei quali saranno realizzati entro il maggio del 2014”, secondo il ministro della Giustizia.
È la “prima tappa del piano carceri finanziato con 400 milioni” anche se “non è sufficiente” per deflazionare del tutto l’emergenza degli istituti di pena. Si tratta comunque, ha affermato il presidente del Consiglio Letta, di una “risposta di dignità del Paese” e alla “emergenza carceraria” che se non affrontata avrebbe portato gli osservatori internazionali a puntare il dito sull’Italia “incapace di gestire dignitosamente la vita nelle carceri”. Per il resto il ministero della Giustizia “sta facendo una grossa attività di studio” per valutare una serie di “depenalizzazioni”.
Quando si parla di giustizia resta difficile non parlare di Berlusconi, ma il decreto approvato non toccherà, assicura il ministro, in nessun modo le circostanze legate ai guai giudiziari del Cavaliere, “né a favore né contro”. C’entrerebbe un po’ di più se si arrivasse a un’amnistia che la Cancellieri non solo non esclude, ma vede come un “grosso aiuto” per risolvere l’emergenza carceri. Il ministro precisa comunque che si tratta di una scelta di competenza del Parlamento.
La Guardasigilli ha battuto l’accento sulla necessità di “interventi strutturali molto grossi perché tutti sono capaci a mettere i detenuti negli scantinati, ma non si tratta di posti letto che possono reggere davanti alla Corte dei diritti umani”. La ministra, infine, ha battuto l’accento sulla necessità di “interventi strutturali molto grossi perché tutti sono capaci a mettere i detenuti negli scantinati, ma non si tratta di posti letto che possono reggere davanti alla Corte dei diritti umani”. [3]
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