
Due “traghettatori”, uno al Senato ed uno alla Camera, per calendarizzare in questa legislatura il “corpus” di proposte di legge in tema di giustizia, depositate dai radicali che non siedono più in Parlamento. Il primo ad “offrirsi” è Lucio Barani, prima Pdl e ora Gal, che da “socialista radicale e tesserato”, ha promesso di calendarizzare queste 24 proposte di legge che, spiega Rita Bernardini “messe tutte insieme sono la risposta a quella necessaria riforma della Giustizia che il Paese chiede da 30 anni. Rimango comunque convinta che l’unica riforma seria sia la legge di Amnistia”. Alla Camera si è invece proposto di riprendere queste iniziative legislative il deputato del Pd, Sandro Gozi.
“Abbiamo letto con preoccupazione che questo governo non considera all’ordine del giorno la questione della giustizia: questo è un grave errore perché si tratta della più urgente questione sociale, economica e civile da risolvere”, protesta Rita Bernardini ricordando che le proposte dei radicali vanno dall’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, alla responsabilità civile dei magistrati, passando per disposizioni che “possono sembrare meno importanti ma che sono fondamentali per non sconvolgere, come ora, lo stato di diritto” come l’istituzione dell’anagrafe pubblica delle carceri e del garante nazionale dei detenuti.
“Una riforma è improcrastinabile, stiamo ancora con leggi degli anni 40 che servono solo a mantenere in vita la lobby dei magistrati”, afferma Barani che annuncia: “chiederò a Berlusconi di dire basta con i proclami e di passare ai fatti facendo una riforma. È ora di dire basta con la giustizia spettacolo”. [3]