
Il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, descrive lo scenario che potrebbe aprirsi se “la Corte europea dei diritti umani confermerà la condanna all’Italia per le condizioni indegne di vita in carcere”. Decisione attesa per lunedì prossimo.
“Qualora la Corte europea dei diritti umani dovesse respingere il ricorso del governo italiano contro la condanna per le condizioni di vita indegne nelle carceri, entro il 27 maggio 2014 bisognerà liberare 29 mila detenuti o creare 29 mila posti letto”. Il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, mette in guardia il governo Letta sul tema carcere.
Entro un anno, secondo Gonnella, sono ben quattro le questioni su cui occorrerà intervenire. A preoccupare maggiormente è il pronunciamento della Grande Camera della Corte europea dei diritti umani. “Il 27 maggio, quindi lunedì, la Grande camera deciderà sul ricorso italiano contro la decisione della Corte europea dei diritti umani dell’8 gennaio che condanna l’Italia per la violazione dell’articolo 3: tortura, inumani e degradanti per le condizioni di vita indegne nelle carceri. Se dovesse essere confermata la decisione della Corte, significherà che entro un anno a partire da lunedì l’Italia bisognerà decidere che fare”.
Per Gonnella, nel caso di conferma di una condanna, si apriranno le porte all’amnistia. “Sarà la soluzione a portata di mano - ha aggiunto Gonnella - quando dovranno decidere cosa fare nel 2014 non avendo messo la mano sulla legge sulle droghe che produce carcerazione, alla legge Cirielli, alla custodia cautelare o a tutto ciò che produce sistematicamente carcerazione. Il Parlamento si ritroverà in 5 giorni a decidere sul da farsi”.
Ma non c’è solo la Corte europea dei diritti dell’uomo nelle scadenze da rispettare per il governo Letta. “A fine anno scade la legge sulla detenzione domiciliare - ha spiegato Gonnella. La legge Alfano, chiamata successivamente Severino, in cui si dice che entro un anno bisognerà rivedere il sistema delle misure alternative.
Non si dice come, si presuppone estendendo la portata applicativa, ma non è scritto”. Tra gli interventi, inoltre, anche quello di un organismo di controllo sulla detenzione. “Entro aprile 2014 - ha aggiunto Gonnella, a seguito di una ratifica di un protocollo Onu, occorre istituire un organismo indipendente di controllo dei luoghi di detenzione”.
Ultimo punto, ma non meno importante, quello che riguarda la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, dopo che il Parlamento, nella giornata di ieri, ne ha ribadito i termini di chiusura entro un anno. [3]
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