
“Il governo, di qualsiasi natura e composizione esso sia, è un attore fondamentale per la realizzazione di importanti passi in avanti del nostro ordinamento nei confronti dei diritti umani. Questi, dunque, devono essere messi al centro dell’azione governativa, anche e soprattutto quando venga individuata una lista di provvedimenti urgenti per il paese che goda del sostegno della grande maggioranza delle forze politiche parlamentari”. Lo scrive, in una lettera inviata al neopremier Enrico Letta, la direttrice generale di Amnesty International Italia Carlotta Sami.
Nel dettaglio Amnesty International Italia ha sottoposto al presidente del Consiglio la sua “Agenda in 10 punti” per i diritti umani in Italia. Tra le richieste della Ong figurano: garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura; fermare il femminicidio e la violenza contro le donne; assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri; fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom; garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l’adozione di un trattato internazionale; combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate).
Come rimarca una nota di Amnesty, “l’Agenda in 10 punti” per i diritti umani in Italia è stata lanciata in occasione della campagna elettorale ed è stata firmata dai leader delle forze politiche attualmente rappresentate nel governo (Pier Luigi Bersani, Silvio Berlusconi, Mario Monti e Marco Pannella) e da altri 437 candidati (il 90% dei quali ha risposto sì a tutti i punti), di cui 117 sono poi stati eletti in parlamento”. In quest’ottica la direttrice generale della ong Sami ha preannunciato la richiesta di un incontro con il premier Letta e con i ministri competenti sui temi contenuti nell’Agenda. [3]
//