
La Commissione Giustizia ha proseguito giovedì scorso l’indagine Indagine conoscitiva sull’efficacia del sistema giudiziario in relazione all’esame della proposta di legge C. 331 Ferranti, recante la delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili. Sono stati ascoltati il Capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, il Presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro il presidente aggiunto dell’ufficio GIP del tribunale di Milano, Claudio Castelli.
Sono state svolte audizioni anche del Presidente del tribunale di Torino, Luciano Panzani, del giudice del tribunale di Torino, Alessandra Salvadori, di rappresentanti dell’Associazione nazionale magistrati, della professoressa di diritto processuale penale presso l’Università degli studi di Macerata, Claudia Cesari e di rappresentanti dell’Unione delle camere penali italiane. La stessa Commissione ha avviato l’esame della pdl 631 contenente modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali.
Il relatore Carlo Sarro del Pdl ha osservato che la custodia cautelare ha oramai finito per assumere una valenza surrogatoria della pena detentiva che dovrebbe per lo più essere conseguenza di una sentenza definitiva di condanna. Ha aggiunto che la lunghezza dei processi rende meno certa, e comunque molto ritardata, l’applicazione della sanzione e che in questo contesto la restrizione cautelare finisce per essere percepita, erroneamente, come l’unica vera pena capace di avere un immediato effetto deterrente e preventivo. Si tratta di una stortura che può essere corretta - ha aggiunto - intervenendo anche sulla questione della ragionevole durata del processo. [3]
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