
18/11/09
L'Unità
Un no secco. Ma pieno di polemiche. E di contropartite. E l`esito annunciato della riunione della Giunta per le autorizzazioni della Camera sulla richiesta di arresto del sottosegretario all`Economia Nicola Cosentino arrivata una settimana fa dalla procura di Napoli con l`accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, 350 pagine in cui sei pentiti raccontano come l`attuale membro del governo abbia costruito tutta la sua carriera politica grazie ai voti e ai favori dei casalesi.
UNA CARRIERA GRAZIE AI BOSS
La bocciatura si annuncia più sul metodo che sul merito e rischia di essere attraversata da fremiti e incertezze. La maggioranza infatti, spiega il vicepresidente della Giunta Giuseppe Consolo (Pdl), «è contraria alla carcerazione preventiva». Chiede il leghista Matteo Brigandì: «Se hanno le prove come dicono perché non hanno chiesto il processo anziché l`arresto?». Tace, come di consueto, il presidente Luigi Castagnetti (Pd). E ufficialmente, «per rispetto del lavoro dell`istituzione Giunta» precisa Donatella Ferranti, tace anche il Pd. La cui scelta sarà invece quella di «votare senza dubbio alcuno a favore dell`arresto» dice Ferranti «perché l`ordinanza è completa, molto dettagliata e scrupolosa nell`elencare i riscontri alle dichiarazioni dei pentiti». Tranne Maurizio Turco, il radicale e sesto uomo del Pd in giunta, che salvo improbabili ripensamenti ha così commentato la richiesta di arresto dopo averla letta più volte: «È una richiesta suicida, fatta apposta per essere respinta, ci sono solo una serie di pentiti che dicono e ripetono accuse di collusione mafiosa. E i riscontri?». I Radicali però, sulla giustizia, hanno una loro scuola, non sempre omogenea a quella del Pd. Il caso Cosentino sta diventando il campo dove si giocano più partite. Dove si misura la tenuta stessa della maggioranza (che farà An e i finiani?), la compattezza delle opposizioni in tema di giustizia, il ruolo dell`Udc e possibili future sintonie dettate da esigenze più generali. A tutto questo si aggiunge la puntata di Porta a porta di lunedì sera dove sono successe le seguenti cose: Cosentino ha potuto insultare l`inchiesta definendola ripetutamente «una porcata»; ha attaccato il sistema dei collaboratori di giustizia che tanta importanza hanno, specie in questo momento, nelle inchieste sulle mafie; si è permesso di attaccare l`attuale vicecapo della polizia quando era a capo della Dia in Campania insinuando che avrebbe cercato di condizionare alcuni collaboratori. Il tutto senza una briciola di contradditorio. Durissima Laura Garavini (Pd) : «Quello che è successo a Porta a Porta è un motivo in più per chiedere le dimissioni di Cosentino che ha mescolato cose vecchie, utilizzate dai legali dei boss casalesi e già chiarite in sede giudiziaria pur di screditare le indagini. Il tutto usando la tv pubblica». La Giunta si riunirà stamani (9.30). Il sottosegretario sarà ascoltato e presenterà la sua memoria («è pronta dal 2008 - fa notare Ferranti - curioso che possa averla preparata senza conoscere i fatti per cui è accusato»). Poi si potrebbe aprire un dibattito e non è escluso che si possa arrivare al voto direttamente in giornata complice la pausa forzata dell`aula per il voto di fiducia. C`è attesa per le scelte di Mantini e Paniz (Udc) e di un paio di ex di An che potrebbero sfruttare l`occasione per mandare segnali a Berlusconi sul nodo giustizia e processo breve. Come quello annunciato da Italo Bocchino (Pdl, exAn) che a proposito della mozione dell`Idv per chiedere le dimissioni del sottosegretario ha detto: «Valuteremo». Ci aveva già pensato il Pd, al Senato, un anno fa, a presentare la stessa mozione di sfiducia. Schifani non l`ha mai fatta mettere ai voti.
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