
Amedeo Laboccetta (Pdl) dovrà restituire il computer che aveva portato via durante una perquisizione a Roma della Guardia di Finanza nel corso dell'inchiesta su un presunto finanziamento irregolare di Bpm. La Giunta della Camera ieri ha dato il via libera, la Lega ha votato insieme a Pd e Terzo polo. In difesa del deputato campano hanno votato solo Pdl e Popolo e Territorio, assenti i Radicali. In attesa della votazione definitiva dell'assemblea di Montecitorio è stato però lo stesso Laboccetta a decidere di restituire il pc. «Rispetto la decisione della Giunta per le autorizzazioni - ha affermato - è mia intenzione procedere alla consegna del computer. Da parte mia non è mai mancato lo spirito di leale collaborazione». E ha spiegato di aver «deciso di prendere immediatamente contatti con la Procura della Repubblica di Milano perché intendo far cessare la materia del contendere». Nonostante la mossa del parlamentare Pdl non sono mancate le critiche contro di lui. Il fatto di aver portato via il computer durante la perquisizione «è un comportamento - incalzano Marilena Samperi e Donatella Ferranti del Pd - che non fa certo onore a un rappresentante delle istituzioni». «Su un episodio così grave - conclude Nino Lo Presti (Fli) - non c'è nessun commento da fare: meglio stendere un velo pietoso».
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