
Uscita dalla porta la riforma delle pensioni potrebbe rientrare dalla finestra. Dopo il vertice di ieri mattina tra il ministro leghista Roberto Calderoli e il responsabile del Welfare, Maurizio Sacconi, la maggioranza ha fatto sapere di aver rinunciato alla norma che esclude il riscatto laurea e il servizio militare dal conteggio dell'anzianità. Ma ben due ministri, Franco Frattini e Giorgia Meloni, non escludono che la riforma ci sarà ma in un provvedimento scollegato dalla manovra. Il responsabile della Funzione pubblica, Renato Brunetta, non perde occasione per dire la sua dai microfoni di Radio Radicale: «Serve fare la convergenza dell'età di pensionamento per le donne anche nel settore privato».
I tecnici del governo hanno già fatto i calcoli: il guadagno sarebbe di 3,5 miliardi se il passaggio da 60 a 65 anni fosse fatto subito; di 2,2 miliardi se fosse fatto gradualmente a partire dal 2012.
Intanto Palazzo Chigi assicura che le tanto odiate norme sul riscatto laurea e sul servizio militare non saranno presentate. Grazie soprattutto alle pressioni della Lega. E il miliardo e mezzo, che così verrà a mancare, sarà ripreso dalla lotta all'evasione che coinvolgerà anche i Comuni. Nel borsino di fine giornata salgono le quotazioni per l'aumento dell'Iva e il ripristino del contributo di solidarietà. E appare sempre più chiaro che il governo sarà costretto a mettere la fiducia al Senato.
Per Susanna Camusso, leader della Cgil, la retromarcia della maggioranza è merito della sua mobilitazione. Per Cisl e Uil, invece, è stata proprio la loro linea "soft" a portare alla decisione. E se per Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, la Cgil perde così l'assist per lo sciopero generale del 6 settembre, la Camusso conferma che le ragioni della protesta restano. Il governo è nel «caos», tuona il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che chiede al parlamento di prendere in mano la situazione e al governo «di passare la mano».
«Il governo passa dalle truffe alle comiche», dice il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. Il continuo andirivieni dei provvedimenti lascia perplessi anche i giornali internazionali. Il Financial Times dedica un articolo in prima pagina all'Italia, in cui scrive che i mercati sono confusi. E appare confusa anche l'Unione Europea che afferma di continuare a seguire il gioco dell'oca con «particolare attenzione».
Gli enti locali, seppure dagli annunci hanno avuto una piccola riduzione dei tagli, restano sul chi va là. Stamattina il presidente dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, ha convocato una conferenza straordinaria delle Regioni. Ieri l'Uncem, Legambiente e l'Anci toscane hanno dato vita a una maratona di protesta sul web contro la soppressione dei piccoli Comuni. L'Anci nazionale attende un incontro con Palazzo Chigi e promette di scendere di nuovo in piazza se il governo non manterrà le sue promesse.
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