
08/10/10
Il manifesto
«Fuori i partiti dalla Rai, è arrivato il momento di privatizzare l'azienda e credo che gli amici di Futuro e libertà stiano già mettendo a punto una proposta da presentare in Parlamento». A parlare è il presidente della Camera Gianfranco Fini che però precisa: «bisogna verificare chi eventualmente acquista, perché altrimenti si rischierebbe di rendere ancora più manifesto un conflitto di interessi». Pronta la replica di Antonio Di Pietro - «Dovrebbe cominciare a mettere fuori dalla Rai tutti coloro che sono di nomina politica, anche quelli a lui vicini» - mentre Storace come al solito si distingue per l'eleganza: «Mettiamo fuori anche i cognati».
Dura anche la reazione di Giorgio Merlo, vice presidente della Commissione Vigilanza Rai: «Stupisce che il presidente della Camera si faccia promotore di una iniziativa tesa a liquidare il servizio pubblico radiotelevisivo nel nostro Paese. Privatizzare la Rai è una vecchia proposta.
Ma le storture e le degenerazioni dei servizio pubblico, a cominciare dall'invadenza insopportabile dei partiti, non si affrontano attraverso la sua abolizione ma con una seria riforma, a cominciare dal suo assetto di governo».
Boccia la proposta anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Prc-Sinistra europea: «Una soluzione che aggraverebbe il problema anziché risolverlo. Oggi la Rai sta sempre più dequalificando il palinsesto e si è trasformata in un megafono del governo». Solo i radicali esultano: «L'auspicio di Fini è la lotta radicale di alcuni decenni. In questi anni, mentre tutti i partiti praticavano la lottizzazione, noi Radicali abbiamo scelto altro, di difendere il diritto degli italiani a conoscere per deliberare. E siamo stati fatti fuori dal video». Lo sottolinea il segretario dei radicali italiani Mario Staderini.
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