
L’esame del Dna per dare un nome, quasi settant’anni dopo, alle 12 vittime della strage delle Fosse Ardeatine non ancora identificate. Il ministro Ignazio La Russa, partecipando alla cerimonia per l’anniversario dell’eccidio; ha dichiarato di aver affidato ai carabinieri del Ris questa speciale indagine. Vicino al ministro, poco dopo l’annuncio, si è materializzata Renata Polverini, candidata del centrodestra alla presidenza del Lazio, mentre la sua rivale Emma Bonino, centrosinistra, non ha partecipato. La commemorazione è finita così nella bufera. I partigiani dell’Anpi, i membri delle associazioni degli ex deportati e anche esponenti della sinistra hanno accusato la Polverini di volere usare il dramma delle Fosse Ardeatine per fini elettorali: «La sua partecipazione appare particolarmente inopportuna». E lei
ha contrattaccato: «Critiche strumentali, già da sindacalista e da comune cittadina sono stata a rendere omaggio alle vittime di queste e di altre stragi naziste. La mia presenza qui è stata proprio per superare le divisioni».
L’appello lanciato in mattinata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a ricordare i martiri con «senso di unità» evitando le polemiche, è dunque caduto nel vuoto. «Il ministro ha annunciato solo un’iniziativa voluta per completare a ricostruire la verità», hanno commentato dalla Difesa. E Ignazio La Russa, dal canto suo, ha fatto la proposta senza enfasi. «Grazie alla tecnologia di oggi abbiamo avviato con il Ris la procedura di identificazione dei 12 martiri ancora senza nome. Oggi siamo in condizione di offrire ai familiari di questi scomparsi la possibilità di piangere i propri cari». Gli accertamenti potrebbero portare anche alla soluzione del giallo del tedesco fucilato perché si rifiutò di sparare sulle vittime italiane: potrebbe essere uno dei 12 martiri tumulati in tombe senza nome.
E in realtà a scatenare le proteste non sono state tanto le parole di La Russa, quanto la presenza al suo fianco della Polverini. Il primo attacco è partito da Paolo Masini, consigliere comunale del Pd: «La presenza di chi va allo stadio in una curva che offese le vittime dell’Olocausto con lo striscione Auschwitz la vostra patria, i forni le vostre case, oppure va da Gianluca Iannone a Casa Pound, che ha recentemente ammesso in un’intervista che solo uno stronzo può pensare che il fascismo fu il male assoluto, stride con la sua presenza alle Fosse Ardeatine».
Poi si è aggiunta Carla Di Veroli, esponente locale del Pd e dell’Associazione ex deportati: «Non ha cariche istituzionali, è una candidata, la sua presenza sul palco è ingiustificata, così è propaganda». Una posizione condivisa dalle associazioni di partigiani.
Il centrodestra ha invece fatto quadrato. E anche Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, si è schierato con Renata Polverini: «Apprezzata la sua partecipazione».
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