
Ernesto Rossi, per il quale la scuola cattolica produce "finocchi", Insomma, non getto la croce sulla chiesa, l’istituzione e i suoi sacerdoti, per le loro cadute sessuali. La carne è fallibile in ogni ambiente, e la stessa pedofilia conosce una sua brutta radicazione dentro la famiglia. Il problema della chiesa, nella sua gravità, è altrove. Taluni suoi esponenti, anche importanti, hanno di recente scagliato anatemi contro chi si macchiasse di colpe denunciate come anticristiane. Hanno definito assassino il padre di Eluana Englaro, procacciatori di morte quanti difendono la Ru486 o la legge 194 (stranamente, condannano gli abortisti, non si riferiscono mai alle donne che l’aborto hanno praticato). Potremmo continuare. In tutti questi casi, la chiesa si è, esplicitamente o implicitamente, rivolta allo stato, alle sue leggi, sollecitando l’intervento del braccio secolare perché colpisse come reati quelle che potevano essere definite colpe. Quando invece si è trattato, o si tratta, di suoi esponenti resisi colpevoli di un comportamento non meno eticamente condannabile, la chiesa si è ritirata in se stessa. ha tenuto celato l’evento, ha deciso che quei colpevoli dovevano essere giudicati restando all’interno dell’istituzione. E’ possibile, e io lo credo, che uomini di chiesa di alto livello abbiano condannato i casi di pedofilia ecclesiale persino con zelo, isolando al possibile i colpevoli perché non potessero più ripetersi. Non hanno però ritenuto, come risulta da tutti gli atti e documenti esibiti, di dover informare l’autorità pubblica, la polizia, lo stato perché punissero il reo applicando la legge laica, che è per definizione uguale per tutti. La chiesa, riesumando una sorta di "diritto di asilo", ha preferito il foro ecclesiastico.
Cento ricordi personali
Si è detto, in questi giorni, che la piaga della pedofilia, ecclesiale e non, è ulteriore conseguenza del clima sessualmente lassista, relativista, edonista, dei nostri tempi. E’ falso, potrei al riguardo citare lontani, brutti ricordi personali. Al contrario, un clima più aperto, meno inibito, ha positivamente favorito l’emersione di situazioni e comportamenti fino a ieri messi a tacere, per indulgenza o incuria. Trovandosi inaspettatamente - a dover dare una risposta consona a questo nuovo clima, la chiesa ha chiuso occhi ed orecchie, restando arroccata sul suo secolare comportamento di istituzione separata che non deve rendere conto - se non in casi estremi e cautelosamente circoscritti - all’autorità mondana. Può additare e anche consegnare a quella autorità coloro che essa ritenga colpevoli, ma si arroga il diritto a non esservi giuridicamente costretta.
Di questo comportamento non faccio un motivo di scandalo. Penso che esso rientri in più vasto contesto "culturale", che ha persino una sua dignità storica. Vediamo qui emergere il profilo della chiesa costantiniana, erede dell’impero romano, orgogliosamente legata ad una sua piena autonomia istituzionale e giurisdizionale. A differenza di riformati e modernisti, sono persino un ammiratore di quella chiesa, formidabile soggetto storico cui dobbiamo leggi, costumi, comportamenti, anche consolidati e introiettati. Così come sono un ammiratore della chiesa controriformista. La chiesa del Concilio di Trento, la chiesa di sant’Ignazio, persino la chiesa del Bellarmino antagonista di Galilei, con tutte le sue fosche ombre, alla quale la modernità laica deve molto. Solamente, avverto che quei modelli sono storicamente esauriti, hanno concluso il loro compito. Oggi, una chiesa che si innesta e fa tutt’uno con uno stato - lo stato della Città del Vaticano - la chiesa che impunemente gioca sul doppio registro, l’ecclesiale e lo statuale, che ha "ambasciatori" presso i governi e gode di un posto di osservatore privilegiato all’Onu, è una chiesa che indebitamente intasca la moneta che il Cristo assegnò al Cesare. La contemporaneità, religiosa o laica, non può più accettare certe commistioni. La pretesa di partecipare ad una forma di statalismo assolutista va abbandonata. Non sarò io a poter dare consigli in merito, anche perché in quanto laico la cosa non mi riguarda, Ma gli episodi di questi giorni, i comportamenti che hanno determinato nel cuore della chiesa, sono -posso dirlo, "sine ira ac studio"? -inaccettabili dalla coscienza religiosa e civile.
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