
È stato rinviato a martedì prossimo, in Aula alla Camera, l'esame degli emendamenti alla legge per ridurre il finanziamento pubblico ai partiti. Così ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, rimandando la questione a dopo i ballottaggi, dopo un'altra giornata di polemiche. Proprio ieri, infatti, il testo è stato modificato ulteriormente. I relatori del testo della maggioranza, Gianclaudio Bressa per il Pd e Peppino Calderisi per il Pdl, lo hanno annunciato in commissione: la detrazione fiscale per chi finanzierà partiti e onlus è stata fissata al 26%, dopo un ennesimo conteggio da parte della Ragioneria, che avrebbe indicato questa soglia per evitare aggravi per lo Stato. Solo lunedì, hanno però spiegato i relatori, «la Ragioneria, il governo e gli uffici della Camera avevano concordato con noi sulla percentuale del 27% per la detrazione. Abbiamo chiesto su questo un chiarimento che ancora attendiamo».
«Se la settimana prossima non c'è il dimezzamento del finanziamento dei partiti, mi sentono... la gente sta tirando la cinghia e la politica la deve tirare due volte», è il monito che arriva da Pier Luigi Bersani. Intanto l'Idv Antonio Borghesi, attacca: «La Ragioneria dello Stato ha di fatto bocciato il provvedimento, perché il testo di legge determina un aggravio dei costi per la collettività». «Allarme infondato», gli replica Bressa, in quanto si trattava solo di rivedere la soglia delle detrazioni fiscali. «Mi sono appena arrivate nove pagine fitte di emendamenti da parte dei relatori alla loro proposta», contesta invece il radicale Maurizio Turco, parlando di mancanza di buonsenso.
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