
02/11/10
L'Opinione delle Libertà
Ormai è sotto gli occhi di tutti: la maggioranza è nel pallone. Credo però che sia un errore grave andare a votare in un momento di turbolenza economica mondiale e con una legge elettorale così contestata. A questo punto, anche se il ricorso al popolo non è da considerarsi una sciagura, una classe dirigente saggia e consapevole delle difficoltà dovrebbe riuscire a individuare un altro percorso». Il senatore del Pd Marco Follini, in un’intervista al quotidiano online ilsussidiario.net esprime le sue perplessità su un ricorso anticipato alle urne e propone «un governo di larghe intese». Secondo l’ex segretario dell’Udc "occorre necessariamente che nel centrodestra si muova qualcosa. Non mi riferisco all’anomalia ‘preziosa’ di Fini, ma a qualcuno, che oggi è all’interno del quartier generale berlusconiano". Sull’ipotesi di un governo tecnico guidato da Tremonti, Follini obietta: "a Tremonti riconosco il merito di aver tenuto in ordine i conti in questi due anni, ma ritengo che sia sua la responsabilità di non avere messo mano alle riforme strutturali dell’economia e contesto il suo ruolo di Lord protettore della Lega", mentre su Draghi ha affermato che "il governatore della Banca d’Italia è sicuramente una risorsa per il Paese. Una risorsa suo malgrado, perché non credo che abbia una spiccata vocazione politica". Da un ipotetico governo di larghe intese, però, Follini escluderebbe sia Vendola che Di Pietro. "Su alcune delle cose che ha detto Vendola si può ragionare, ma non alle sue condizioni". Riguardo a Di Pietro, "pesa negativamente l’esperienza di questi due anni. Abbiamo fatto insieme la campagna elettorale, anche se io, per usare un eufemismo, ero molto perplesso. Alla prova dei fatti però non ha funzionato. Se ci fosse un ripensamento sarebbe liberatorio per tutti". A parlare dei rapporti col Pd è stato anche Mario Staderini. "È in atto uno sfascio delle istituzioni che Governo e opposizioni non sono in grado di affrontare per ripristinare le regole. Noi siamo alternativi a questo sfascio con la nostra intransigenza liberale e democratica. É questo che noi offriamo al Pd e ci attendiamo che sappiano raccogliere questa opportunità". Il segretario ha espresso un giudizio positivo su Bersani e sul rapporto che il leader del Pd ha aperto con il partito della rosa: "C’è una diversa considerazione rispetto alla storica negazione al movimento radicale del ruolo di interlocutore politico". Staderini ha però ipotizzato che in Parlamento possa essere costituito un gruppo radicale sottolineando però che esso "darebbe comunque un contributo agli obiettivi e alle ragioni per un’alternativa democratica anche con l’adesione al Partito Democratico e non solo".
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