
Qualche contribuente che paga le tasse fino all'ultimo centesimo coltivava l'illusione che a Roma, in un ufficio inaccessibile al pubblico, ci sia un saggio funzionario con i capelli candidi che - quando gli chiedono a chi tocca pagare un po' di tasse in più - apre il suo registro e indicando una certa riga sottolineata in rosso dice, solennemente: «A questi». Poi c'è stata la storia del «contributo di solidarietà». Prima volevano il 5 per cento in più da chi guadagna più di 90 mila euro e il 10 da chi ne guadagna più di 150 mila. Quindi hanno chiesto il 3 per cento sopra i 500 mila euro, poi ridotti a 300 mila. Rispetto allo schema di partenza, alla fine prenderanno un terzo da chi guadagna il doppio. È la prova che quel saggio funzionario non esiste. C'è solo un impiegato che lavora sotto una grande lapide, su cui c'è scolpito un detto romanesco: "Ahò,'ndo cojo cojo!".
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