
La par condicio fa schifo, nessuno si provi a dire il contrario. Solo che ha fatto schifo sempre, quando l'ha voluta il centrosinistra, e oggi che pare che a cavalcarne le aberrazioni sia il centrodestra. Potete obiettarmi con ragione che il governo bene avrebbe fatto a occuparsene per tempo, lontani, per quanto da noi si riesca mai ad esserne lontani, da scadenze elettorali e relative polemiche. Avrebbe potuto dire basta con questa norma che mortifica gli italiani, ne deprime l'intelligenza e la capacità di giudizio, ci prendiamo la responsabilità, visto che governiamo, di eliminarla. Non lo ha fatto, resta tra i sacri misteri della nostra politica, un po' come il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi con Mediaset, che il centro sinistra usa da ormai quasi vent'anni come un mantra delle sue sconfitte, quando è sconfitto, ma che si è ben guardato dal modificare con legge adeguata quando, è stato al governo, e ci è stato più di una volta, e per parecchi anni. Vogliamo dire che certe situazioni fanno comodo a molti se non a tutti, che niente è meglio che potersi lamentare di un impedimento oggettivo e che se questo impedimento viene meno, poi scarseggiano anche le scuse? E possibile, ed è doloroso, una delle molte cose dolorose della nostra situazione sociale e politica carente di riforme e di coraggio di una buona parte della classe dirigente.
Di qui a gridare oggi allo scandalo, a imburkarsi di viola, a fingersi martiri e conduttori, ce ne passa. Perché quel che accade in questi giorni altro non è che la conseguenza dell'applicazione della par condicio portata ai suoi estremi, non snaturata, badate bene. E un po' come lo sciopero bianco, che paralizza tutto, ma resta legittimo se legittimo è lo sciopero. Solo che ora, toccati
nei conduttori profeti del centro sinistra, orbi di Antonio Di Pietro, di Concita De Gregorio, di Bella ciao Santoro style, non ci stanno più. E quel che veniva contrabbandato come una saggia tutela rispetto allo strapotere mediatico presunto, quanto presunto, almeno in numero di conduttori amici e sodali, lo vedete dalle proteste di queste ore, è diventato un bavaglio odioso. Anzi, nelle parole dell'ondivago segretario del Pd, una «decisione gravissima»; una «interpretazione arbitraria delle norme sulla par condicio». Pier Luigi Bersani critica infatti senza mezzi termini lo stop alle trasmissioni di approfondimento politico in nome dalla par condicio. «Si poteva anche accettare di avere un regime particolare, di escludere i politici. Ma non di zittire le trasmissioni che possano dare voce ai problemi della società - ha detto il segretario del Pd -. Se tutto questo è battezzato come politica, e la, politica viene espulsa, ci consegnamo ad una situazione inedita al mondo occidentale».
Ragazzi, addirittura il mondo occidentale! Tutta l'ipocrisia del mondo occidentale e orientale sta in queste parole. Nel mondo occidentale, nel mondo della comunicazione e della elezione libere, molto più semplicemente, il concetto di par condicio non esiste. Campagna elettorale o no, chi fa televisione la fa come meglio crede e meglio sa, se ci riesce in modo completo e decente, se la sua faziosità è dichiarata in certe occasioni ed è accettabile, lo decide chi guarda la televisione e continua a ragionare con il proprio cervello. Provate a spiegare a un anchor man americano quel che succede da noi con la televisione pubblica e no, e ci prende per matti.
Chiudere i talk show è sbagliato, su questo non ho dubbi, ma ascolterò le proteste pelose di oggi solo se alla fine del ragionamento c'è l'unica conseguenza accettabile; è la par condicio che fa schifo, averla istituita e difesa, anche a livelli alti, come presidenti passati della Repubblica, è stato volgare e sbagliato, torniamo al buon senso.
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