
05/08/10
La stampa
Mentre era in aula Gianfranco Fini ha mandato un biglietto all'ex radicale Benedetto della Vedova per complimentarsi dell'intervento a nome di Futuro e Libertà. È stato il debutto di fuoco in Parlamento di un garantista doc al quale ha fatto da moltiplicatore un'altra ipergarantista, Chiara Moroni, che da oggi farà salire a quota 34 il gruppo finiano. «Se anche una persona come la Moroni, con la sua storia familiare, si schiera con noi - è stato il commento di Fini - è evidente che il confronto non è tra garantisti e giustizialisti, ma tra garantisti e giustificazionisti». Ora per il presidente della Camera si aprono scenari inediti. Sa che Berlusconi potrebbe forzare la mano in autunno e far precipitare la situazione verso le urne. Ma il suo ragionamento è incardinato su alcuni dati di fatto: il gruppo futurista ha retto bene all'assalto berlusconiano (poche le defezioni: solo quelle di Consolo e Divella) è stato dimostrato che non c'è la volontà di far cadere il governo; è emerso però che questo governo ha bisogno dei voti di Futuro e Liberà; in più si è creata un'area cuscinetto che serve ad evitare dure contrapposizioni tra «giustizialisti e giustificazionisti». E soprattutto il premier si trova di fronte al successo di Fini laddove lo stesso Berlusconi non è riuscito, cioè sganciare Casini e Rutelli dall'opposizione. «Dovrebbe prendere atto ha osservato Fini - di questa oggettiva novità positiva e non guardare solo il lato negativo della vicenda, che poi è il risultato di una rottura che lui ha voluto con quel documento lunare approvato dall'ufficio di presidenza del Pdl». Insomma il Cavaliere dovrebbe valutare l'ipotesi di aprire un confronto programmatico con questi soggetti politici (Fli, Udc e Api) per dare slancio riformista al suo governo. «Oppure - suggerisce il coordinatore dei gruppi finiani Silvano Moffa - per dare vita a un Berlusconi bis che consentirebbe a Berlusconi di risolvere i molti problemi interni che ha». Ma Fini sa che Berlusconi e Bossi non pensano affatto di aprire una strada del genere. E che si avvicinano le elezioni anticipate. «Fini comunque spiega il nuovo capogruppo finiano Italo Bocchino - esclude lo scenario delle elezioni: Berlusconi ha percepito il malessere nei suoi gruppi parlamentari. Anche le continue cene che organizza servono a tenere chiuse le porte del Pdl». «Ma il rubinetto di Forza Italia - sostiene Carmelo Briguglio - si è aperto. Il Cavaliere, dopo aver fatto terrorismo, deve trattare con Futuro e Libertà». Insomma, i finiani sono convinti che si sia aperto il canale Forza Italia. E non si tratta solo della new entry Moroni, con la quale Fini l'altro ieri è rimasto a dialogare per circa due ore nel suo ufficio. Ieri alla Camera al momento del voto è stata notata l'assenza di Pecorella e di Martino. Al Senato il gruppo Futuro e Libertà dovrebbe presto crescere di tre unità: Pisanu, presidente dell'Antimafia, e altri due senatori a lui vicini. È finita la monarchia di Berlusconi, che sta già valutando in quali date sarà possibile votare. Ma per Fini una mossa del genere è azzardata. «Sarà difficile spiegare al Paese perché si va a votare. E poi chi l'ha detto che non ci siano altre maggioranze in questo Parlamento?». I voti di ieri dimostrano che altre ipotesi possono essere messe in campo, che è possibile dar vita a un nuovo governo. La considerazione è che, di fronte al rischio urne, saranno molti i senatori e i deputati pronti a lasciare Berlusconi e sostenere un altro esecutivo. Ma la prima opzione del presidente della Camera è di sostenere l'attuale maggioranza, verificare fino in fondo la possibilità di salvare la legislatura. A patto di rinegoziare il programma. Se poi questo non sarà possibile, allora nascerà un'alleanza elettorale non di centro, non un'aggregazione moderata, ma qualcosa di veramente nuovo, in grado di fare una proposta al Paese alternativa alla monarchia berlusconiana.
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