
Il Governo ha posto la questione di fiducia sul ddl anti-corruzione. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia Paola Severino prendendo la parola in aula alla ripresa della seduta al Senato.
I senatori dovranno esprimere il loro voto su un singolo maxi-emendamento e non, come era stato ipotizzato alla vigilia e come stamane aveva chiesto l’ex ministro leghista Roberto Calderoli, su tre parti “spacchettate” del provvedimento.
«A nome del Governo pongo la questione di fiducia - ha detto la guardasigilli - espressamente autorizzata dal Consiglio dei ministri sull’emendamento 1.900 interamente sostitutivo degli articoli da 1 a 26 del disegno di legge».
Esaminando il ddl anti corruzione, il ministro ha poi replicato alle accuse di ieri: «Una replica doverosa da un governo di persone oneste e che interviene su quello che è stato detto ieri in aula e cioè che noi non vogliamo il provvedimento perchè siamo amici degli amici dei corrotti: questo non possiamo permetterlo perchè non è vero ed esalta le forme di demolizione che sono presenti nel paese e che gli impediscono di crescere».
«Quando il ddl sulla corruzione sarà definitivamente approvato, con assoluta tempestività, - ha poi aggiunto il ministro -il governo interverrà anche sulla materia della incandidabilità perché il governo mantiene i propri impegni così come li ha mantenuti su questo ddl».
E ancora: «Oggi sembra che questo provvedimento sia carta straccia e che si siano persi mesi. Non è vero che non abbiamo costruito nulla, fare i grilli parlanti è uno sport molto diffuso, anche io appartenevo a questa categoria, bisogna passare qui dentro per capire la fatica che c’è dietro ad ogni provvedimento. Io non mi pento di nulla di quello che ho fatto, insegnare senza partecipare non è giusto. Il Governo - ha infine concluso il Guardasigilli - sarà sempre pronto a intervenire quando si tratterà di completare il quadro intorno a questa legge».
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