
La rabbia della fidanzata del giovane deceduto a Grasse. La famiglia autorizzata a vedere il corpo prima dell’autopsia. Un telegramma di poche righe non basta per far tacere un padre e archiviare la morte di un ragazzo di 29 anni con un generico “arresto cardiaco”. Giancarlo Faraldi e la compagna del figlio, Chantal Jiboin, vogliono la verità.
Claudio è morto mercoledì scorso, mentre scontava una pena di 5 anni nel carcere di Grasse per una rapina nel 2011 in Costa Azzurra. Lo stesso carcere dove nel 2010 era morto in circostanze misteriose un altro italiano, Daniele Franceschi. “L’ho incontrato a colloquio due giorni prima che morisse, lunedì, ed era in perfetta forma”, racconta la compagna. Lo vedeva spesso, ogni settimana, e si era trasferita da Nizza a Grasse per stargli vicino. “Non mi aveva mai parlato di malori, insomma di segnali che potessero far pensare a qualcosa di grave in arrivo”.
“La droga? Non c’entra niente, aveva chiuso con la roba dopo che era scappato da San Patrignano, e comunque mio figlio aveva un fisico sano”, interviene il padre. Giancarlo Faraldi vive a Ventimiglia. Domani andrà a parlare con le autorità d’Oltralpe.
“Prima devo passare dalla polizia, la nostra polizia, per ritirare dei documenti, poi andrò al consolato, a Nizza, per presentare ufficialmente l’esposto”. La successiva tappa sarà il carcere: ieri la Farnesina ha informato la famiglia che potrà vedere il corpo del ragazzo prima dell’autopsia che verrà eseguita giovedì. “Controllerò con molta attenzione che non presenti segni di violenza. Se, al contrario verrà fuori qualcosa di strano, andremo fino in fondo, qualcuno dovrà pagare”.
Chantal è arrivata ieri a Ventimiglia. “Non credo che Claudio sia morto per un attacco di cuore - racconta - Aveva smesso da sei mesi di assumere antidepressivi e altri medicinali e aveva già un posto di lavoro per quando sarebbe uscito, come operaio in una fabbrica di profumi di Grasse. Era pulito, educato e gli era stata anche ridotta la pena, proprio per la sua buona condotta”.
Grasse: il carcere dei sospetti (Il Tirreno)
Ancora un morto in carcere. E ancora nel penitenziario di Grasse, in Costa Azzurra. Un ragazzo di Ventimiglia di 29 anni, Claudio Faraldi, è infatti morto nella sua cella all’interno della prigione francese a quanto pare per un attacco cardiaco. Lo stesso carcere dove tre anni fa morì Daniele Franceschi, l’operaio viareggino di 36 anni le cui cause del decesso non sono state ancora chiarite. Le autorità francesi, anche in quel caso, le attribuirono a un malore. Ma la mamma Cira Antignano ritiene invece che la verità sia ben altra. Adesso anche i genitori di Faraldi vogliono che sia fatta chiarezza sul decesso del loro figlio. “Siamo stati avvertiti solo venerdì”, racconta il padre Giancarlo. “Non credo all’attacco di cuore: mio figlio era giovane e sano e mi domando se sia stato assistito a dovere”. Il figlio stava scontando una pena di cinque anni per una rapina compiuta nel 2011 in Costa Azzurra ed era detenuto da sei mesi. “Voglio vedere mio figlio prima dell’autopsia in programma il 16 maggio”, aggiunge il padre di Claudio, che alcuni anni fa ha perso la figlia Stephanie durante un’apnea. Appresa la notizia di questo decesso nel carcere di Grasse, la madre di Daniele Franceschi, Cira Antignano, vuol far sentire la sua vicinanza ai familiari di Claudio. “Devono battagliare come sto facendo io - dice - ed imporsi per vedere il figlio prima dell’autopsia. Purtroppo non è stato così per Daniele: io l’ho visto avvolto in un telo quando ormai avevano fatto l’autopsia e sono ancora in attesa di capire cosa gli sia realmente accaduto. Capisco il loro dolore, perché quel dolore è anche il mio. Sono meravigliata dal fatto che anche in questo caso parlano di un attacco di cuore. Sono tutte scuse per nascondere la verità. Giovedì sono stata convocata presso il Ministero degli Esteri, perché devono farmi delle comunicazioni: non so di cosa si tratti, ma mi chiedo se è solo una coincidenza che questa convocazione arrivi in contemporanea con il decesso di quest’altro italiano”.
Il padre: autorità italiane assistano all’autopsia
“Ho avuto conferma dal Consolato d’Italia a Parigi che saranno presenti anche le autorità italiane il giorno che rivedrò mio figlio. Chiedo che le stesse autorità presenzino anche all’autopsia”: questa la richiesta avanzata oggi da Giancarlo Faraldi, il padre di Claudio, il giovane di 29 anni di Ventimiglia morto in carcere a Grasse, in Francia, l’8 maggio scorso in circostanze tutte da chiarire. “Entro oggi - ha detto Faraldi - sapremo quando potrò recarmi a Grasse, credo martedì mattina, al massimo mercoledì. Sicuramente prima dell’autopsia. Chiedo solo che venga fatta chiarezza sulle cause della morte di Claudio. E che le autorità siano presenti all’autopsia”. Insieme a Giancarlo è probabile che si rechino a Grasse anche la madre di Claudio Faraldi, Francesca, e la fidanzata Chantal. [3]
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