
Alla Camera, nella seduta per il decreto sul femminicidio, solo 104 deputati hanno assistito alle polemiche tra Boldrini e il M5S. Che ha accusato il presidente della Camera di aver convocato «una seduta di due minuti» con uno spreco di 150 mila euro. ROMA Breve ma tesa seduta alla Camera per l’incardinamento del decreto contro il femminicidio. Solo poco più di 100 deputati hanno assistito alle polemiche tra la presidente Boldrini, da un lato, e gli esponenti di M5S e Lega, dall’altro. Oggetto dello scontro l’accusa già mossa nei giorni scorsi dai grillini alla presidente della Camera di «protagonismo», per aver voluto convocare l’assemblea nel cuore delle ferie estive «spacciando per lavori dell’aula una seduta di due minuti», con il conseguente spreco di denaro calcolato dai pentastellati intorno ai 150 mila euro. La replica di Laura Boldrini è venuta già all’apertura dei lavori: «Polemiche artificiose e strumentali che nuocciono all’istituzione di cui facciamo parte», ha detto la presidente ricordando che la convocazione della Camera era «un atto dovuto in adempimento del dettato costituzionale» in vista della conversione in legge del decreto del governo sul femminicidio. Non paghi delle critiche dei giorni precedenti, i deputati di M5S sono tornati alla carica accusando la Boldrini di «usare la Camera come una vetrina a vantaggio della propria immagine» e per «spot personali». Il grillino Danilo Toninelli ha chiesto «l’effettiva e non simbolica ripresa dei lavori parlamentari», trasformando la «formale convocazione in un atto sostanziale». Ancora più aspre le tirate del leghista Gianluca Bonanno: «Quando scende le scale della Camera la presidente Boldrini sembra che si creda Wanda Osiris. Se fossi in lei, invece di puntare lo sguardo in alto come le dive del cinema muto, mi occuperei degli sprechi della Camera, ai quali anche lei ha contribuito».
Poi, in aula, lo stesso Bonanno ha cambiato fonte d’ispirazione, passando dalla rivista ai Promessi Sposi: «Con le sue parole la presidente mi ricorda donna Prassede, una che pensava di avere il monopolio del bene e poi le cose stavano diversamente». Non soddisfatto del paragone con l’assai poco simpatico e bigottissimo personaggio manzoniano, l’esponente del Carroccio concludeva: «Lei è il presidente della Camera peggiore che si sia visto». Gelida la replica venuta dal più alto scranno di Montecitorio: «Sappiamo bene che lei non sa esprimersi senza offendere». Più articolata la difesa della presidente dalle accuse di protagonismo e di sprechi: «Nessun protagonismo. Io ho fatto solo il mio lavoro, né più né meno. Sarebbe stato grave se non l’avessi fatto. Queste polemiche sterili e strumentali servono solo ad allontanare i cittadini dalle istituzioni. Sono tutte chiacchiere di chi non ha argomenti validi e segno di immaturità». E a chi come il grillino Rizzetto insisteva sui soldi buttati per le spese connesse alla seduta, la Boldrini ha seccamente replicato: «Ma lei ha capito che questo è un obbligo? Di cosa parla? Di sprechi? Questo è un esercizio democratico. E poco importa se ci vogliono due minuti o due ore». L’operato della presidente è stato difeso da Dario Franceschini, che assieme ad altri 44 deputati del Pd, compreso il segretario Epifani, ha partecipato alla seduta (i grillini erano 22). «Procedendo con un decreto d’urgenza - ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento - è stata fatta la scelta giusta alla luce della drammaticità dei fatti di cronaca. Se dal 14 agosto le donne italiane sono un po’ più protette e cosa di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi. Senza distinzione tra maggioranza e opposizione».
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