
15/10/10
L'Opinione delle Libertà
Ecco il film che piacerà a Marco Pannella e che viene a fagiolo per la sua lotta per la verità sulla genesi delle ultime decisioni di Bush e Blair che portarono nel marzo del 2003 alla guerra all'Iraq di Saddam Hussein proprio quando quest'ultimo si era convinto a lasciare il potere in cambio di un esilio dorato.
Basato sulla storia vera della spia della Cia, Valeria Plame Wilson, interpretata da Naomi Watts, e di suo marito Joe Wilson, ex ambasciatore e collaboratore di Fort Langley (nel film, diretto da Doug Liman, è il bravissimo Sean Penti), entrambi bruciati da uomini dello staff del vicepresidente Cheney per non essersi prestati ad avallare anche con menzogne la storia delle armi di distruzione di massa e segnatamente quella balla che nacque anche in Italia con strani soggetti del Sismi parallelo che si inventarono il cosiddetto "Niger gate", cioè il fatto che Saddam avesse acquistato uranio dal Niger per arricchirlo e farci la bomba, il film è un "j'accuse" potente e prepotente all'amministrazione Bush per avere trascinato inutilmente il paese nell'avventura bellica contro Saddam.
La trama era su tutti i giornali sette anni orsono: alla fine del 2001, Valerie Plame si trova in bilico fra due vite: quella privata come moglie dell'ambasciatore, in pensione Joe Wilson e madre dei loro due gemelli, e quella professionale come agente segreto della CIA, addetta a missioni sotto copertura. In qualità di capo dell'agenzia Joint Task Force per l'Iraq, a Valerie viene dato il compito di fare da infiltrata nel programma delle armi di Saddam in un momento cruciale, proprio prima della guerra in Iraq.
"Era davvero una storia affascinante dal punto di vista storico", ha raccontato alla stampa il produttore di Fair Game, Jerry Zucker, "e più Valerie e Joe ci raccontavano quanto questo avesse condizionato il loro matrimonio, più ci rendevamo conto che si trattava di un dramma umano molto profondo". La storia degli Wilson diventò poi, come è noto, di dominio pubblico. Inviato dal governo degli Stati Uniti nel Niger per confermare i rapporti che parlavano di un grande acquisto di uranio da parte del governo iracheno, Joe Wilson arrivò alla conclusione che le voci fossero infondate. Ma l'amministrazione Bush scelse dolosamente di ignorare la sua scoperta. Wilson non era certo amico di Saddam Hussein.
Era stato l'ultimo diplomatico americano ad incontrare il dittatore dopo l'invasione dell'Iraq nel Kuwait nel 1990, dove personalmente ordinò il ritiro delle forze irachene. Aveva affrontato anche il presidente iracheno quando minacciò la vita degli stranieri che vivevano in Iraq e salvò la vita a migliaia di americani prima di abbandonare lui stesso il Paese. Ma Wilson, incorreggibilmente sincero, era indignato dalla decisione della Casa Bianca di 'dichiarare il falso riguardo la vendita di uranio per provare chè l'Iraq stesse producendo un'arma nucleare. Poco dopo la pubblicazione sul "The New York Times" delle affermazioni di Wilson che smentivano la dichiarazione della Casa Bianca, fu rivelata l'identità di Valerie Plame come agente segreto. Ecco perché questo film, piacerà a Pannella.
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