
Rinunce? Poche, pochissime. Chi ha ottenuto un pass per viaggiare gratis sulle corsie riservate della città non ha intenzione di rinunciarvi. Così, da ottobre - data di pubblicazione dell’ultimo aggiornamento sui possessori - alla fine di dicembre, nulla è cambiato: in quell’elenco continuano ad esserci politici, vip, società di vario genere, oltre a quei nominativi che, per il tipo di lavoro, devono avere la strada sempre sgombra, come gli operai dell’Atm, di Mm o dell’Amsa che devono correre a riparare guasti. Il consigliere radicale Marco Cappato ha chiesto agli uffici del settore mobilità del Comune i nomi di quanti hanno il permesso di usare le corsie riservate, scoprendo che soltanto pochi hanno restituito il pass. Il prefetto Paolo Francesco Tronca, per esempio, lo aveva annunciato subito dopo la pubblicazione dello scorso report: «Grazie per il gesto di cortesia, ma non voglio privilegi», il senso della lettera che accompagnava la restituzione. Il suo nome, infatti, non compare più nelle 14 pagine di beneficiati che raggruppano circa un migliaio di nominativi ma, in diversi casi, titolari di più pass, tanto che ad ottobre si calcolava che fossero quasi 3.400 i mezzi autorizzati al passaggio sulle corsie.
C’è ancora, per esempio, mezza famiglia Berlusconi: l’ex premier Silvio, il fratello Paolo (personalmente e con la sua società), la figlia Barbara hanno un pass, deciso dalla commissione che valuta le richieste e li rilascia sulla base di motivi di sicurezza. Stesso motivo per l’ex sindaco Letizia Moratti (mentre il predecessore Gabriele Albertini ce l’ha come parlamentare europeo). Non compare più, nel nuovo elenco, la leader della Cgil Susanna Camusso (resta un generico "Cgil"), ma ci sono ancora - tra gli altri -l’oncologo Umberto Veronesi, il manager Paolo Scaroni, la deputata Daniela Santanché. I politici, che siano consiglieri comunali o parlamentari eletti a Milano, continuano a chiedere la conferma del pass: e così ne possiede uno il sindaco Giuliano Pisapia, e anche il presidente della Provincia Guido Podestà (il governatore Maroni no, ma ci sono i pass generici della Regione) e, a cascata, molti, moltissimi assessori e consiglieri comunali (anche quello alla Mobilità Maran), provinciali e regionali. Tanti privati che ben si vedono tra onlus, consolati, banche, uffici del tribunale, società private (tante quelle della moda, come Ferrè, Prada, Versace, Trussardi) e università.
© 2014 La Repubblica - ed. Milano. Tutti i diritti riservati