
Il Belgio punta a diventare il primo Paese al mondo a eliminare ogni limite di età nel diritto di rinunciare alla vita. Una commissione del Senato ha fatto il passo iniziale approvando la proposta di legge che estende la richiesta di eutanasia anche ai bambini colpiti dalle malattie terminali con dolori intollerabili. Il dibattito politico su questo delicatissimo argomento si è sviluppato con toni abbastanza contenuti. Ma il voto in commissione ha egualmente diviso la coalizione di governo del premier socialista Elio di Rupo, che ha visto gli alleati cristiano democratici prendere le distanze dall’iniziativa. I verdi e i separatisti fiamminghi, che sono all’opposizione, hanno appoggiato i socialisti e i liberali. Il partito fiammingo di estrema destra Vlaams belang ha seguito il «no» dei cattolici. Non sono attese conseguenze nella maggioranza perché i parlamentari belgi, sui temi etici, possono votare secondo coscienza e al di fuori della linea di partito.
In Belgio il primo via libera all’estensione dell’eutanasia ai bambini con dolorose malattie terminali arriva undici anni dopo l’approvazione completa per gli adulti. Sono previste maggiori restrizioni per i minorenni. Innanzitutto sarebbe sempre necessaria l’approvazione dei genitori. Le sofferenze insopportabili dovranno essere solo fisiche, mentre per gli adulti belgi sono considerate anche quelle psicologiche. Uno psicologo dovrà valutare la capacità del bambino di scegliere di morire. Non sarebbe comunque specificata alcuna restrizione di età. Nei Paesi Bassi la legge sull’eutanasia dei bambini impone il limite di almeno 12 anni (con alcune eccezioni di fatto per i neonati). Dal 2002 i casi olandesi sarebbero stati solo cinque.
L’associazione Exit Italia, che si occupa delle richieste di suicidio assistito in Svizzera, ha parlato di tre bambini italiani in quattro anni (non accettati perché la legge svizzera consente questa possibilità solo agli adulti). In Belgio vari analisti politici hanno considerato molto probabile l’approvazione definitiva dell’eutanasia per i minorenni nei successivi passaggi in aula al Senato e alla Camera. La maggioranza di senatori favorevoli in commissione, al di là del principio politico della libertà di coscienza sui temi etici, viene considerata proporzionalmente rappresentativa dell’orientamento generale nei partiti.
I tempi di approvazione della legge non appaiono brevi. Il quotidiano Le Soir di Bruxelles ha ricordato l’esistenza di provvedimenti prioritari in «lista d’attesa» al Senato, a partire da quelli per la riforma dello Stato, tra l’altro sempre a rischio di far saltare governi e maggioranze nell’antico scontro nazionale tra fiamminghi e valloni. Prevedibile è anche l’introduzione di emendamenti, già fatti trapelare da compagni di partito di senatori che hanno votato «sì» in commissione. I principali organismi religiosi del Belgio si sono schierati compatti contro la possibilità di consentire a bambini di poter dire addio alla vita. «Propone che dei minori possano decidere sulla loro eutanasia è un modo di falsare la loro facoltà di giudizio e le loro libertà», hanno sostenuto i rappresentanti delle comunità cattolica, protestante, ortodossa, musulmana ed ebraica. Nel 2012 in Belgio sono stati registrati 1432 casi di ricorso alla cosiddetta «dolce morte» (pari al 2% dei decessi totali). Nell’opinione pubblica l’estensione ai bambini, soprattutto se molto selettiva, sembra destinata a rientrare tra le facoltà democratiche individuali e a non provocare eccessive esasperazioni.
In Italia la problematica del diritto a interrompere la vita scatena ben altre reazioni. Basta ricordare le polemiche scaturite da casi recenti, pur non propriamente assimilabili all’eutanasia, come quelli di Piergiorgio Welby, che si fece staccare il respiratore artificiale non tollerando più l’immobilità e altre gravi conseguenze della distrofia muscolare, e di Eluana Englaro, a cui il padre fece interrompere l’alimentazione artificiale dopo 17 anni di coma vegetativo. L’approvazione della commissione del Senato belga è stata accolta da valutazioni contrarie di esponenti dei principali partiti italiani, Vaticano, Comitato nazionale di bioetica, ordine dei medici. «È un salto. Un salto abissale, sotto il livello di civiltà, di umanità», ha detto il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita. I radicali, che sostennero la posizione di Welby e da sempre chiedono la legalizzazione dell’eutanasia, si sono dichiarati favorevoli al suicidio assistito anche per i bambini.
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