
BRUXELLES - «Siamo qui principalmente per combattere la disoccupazione giovanile», ha annunciato il presidente stabile del Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue, il belga Herman Van Rompuy, dando il via alla due giorni del summit. Le drammatiche stime in Europa, che parlano di oltre 26 milioni dì disoccupati con ben 5,6 milioni sotto i 25 anni, hanno reso il problema urgentissimo. Ma il premier britannico David Cameron ha rallentato i lavori a Bruxelles, che si sono estesi nella notte, minacciando il veto all’accordo sul bilancio Ue 2014-2020. Pretende rassicurazioni sul mantenimento integrale del discusso sconto sui contributi all’Ue per il Regno Unito, ottenuto negli anni di Margaret Thatcher.
Senza il sì di Londra non sarebbe possibile stanziare nemmeno i già previsti 6 miliardi per la Garanzia per i giovani, che impone di offrire un lavoro di qualità o un corso di formazione entro quattro mesi dal termine degli studi o dall’inizio della disoccupazione. All’Italia spetterebbero 400-600 milioni. L’importo potrebbe essere concentrato nei primi due anni, invece che tra il 2014 e il 2020, per avere un impatto più rapido. Un ulteriore contributo all’occupazione dovrebbe arrivare dalla banca Bei con finanziamenti per le piccole e medie imprese. Ma i Paesi del Nord e quelli del Sud si sono divisi sul ruolo di questo istituto. Il premier Enrico Letta, che attendeva dal summit l’uscita ufficiale dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo, intende promuovere anche una mini golden rute per far escludere alcuni investimenti nazionali per l’occupazione e per le infrastrutture dal calcolo del disavanzo.
Il premier austriaco Werner Faymann ha ammesso che «avremmo bisogno di sei miliardi l’anno se si vede quanta gente è in strada». I 27 leader sanno che i cittadini si aspettano molto di più contro la disoccupazione. In vari Paesi membri stanno crescendo le proteste per una Ue che spende poco per l’occupazione, mentre ha avallato aiuti diretti e indiretti per molte centinaia di miliardi alle banche sprofondate per speculazioni ed esposizioni nei Paesi a rischio. In Germania l’opposizione socialista accusa la cancelliera Angela Merkel di ipocrisia nei suoi annunci di impegno per l’occupazione, dopo aver imposto in Europa misure di austerità generatrici di perdite di posti di lavoro.
Al mattino il presidente della Commissione, il portoghese Josè Manuel Barroso, insieme al presidente irlandese di turno del Consiglio Ue, il premier Enda Kenny, aveva convinto il presidente dell’Europarlamento, il tedesco Martin Schulz, a ritirare la minaccia di veto al bilancio Ue 2014-2020. Gli eurodeputati, che hanno potere codecisionale sul bilancio Ue, hanno accettato la riduzione a 960 miliardi in 7 anni, imposta soprattutto da Regno Unito e Germania. Ma hanno ottenuto una revisione di medio termine per poter ridiscutere i tagli qualora la crisi fosse superata.
I 27 leader possono procedere sul progetto di Unione bancaria, che punta a stabilizzare il sistema creditizio colpito dalla crisi. Nella notte prima del summit i ministri finanziari dell’Ecofin avevano convinto Germania e Francia ad accettare un compromesso sul trasferimento dei costi peri salvataggi bancari dallo Stato ai privati (azionisti, alcuni obbligazionisti e grandi depositanti). I depositi fino a 100 mila euro saranno garantiti. La Germania ha accettato che, in casi particolari, sia possibile intervenire in parte con denaro pubblico, come chiedevano Francia e Italia.
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